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C'era una volta: riflessioni su un capolavoro della letteratura per l'infanzia italiana: Pinocchio

L'articolo propone una riflessione su Le Avventure di Pinocchio: storia di un burattino, il racconto di Collodi pubblicato nel 1883 e apparso dapprima a puntate sul periodico Il giornale per i bambini. La questione di partenza è: possiamo considerarlo un romanzo di formazione? La mia risposta è che difficilmente può essere considerato tale per varie ragioni, in primo luogo perché in Pinocchio non vi è mai reale cambiamento. La seconda questione è se lo si può considerare un racconto per bambini. La risposta, solo all'apparenza provocatoria, è che in realtà si tratta piuttosto di un libro contro il bambino, nel senso che non si cura dei sentimenti e della natura di questo ragazzino. Pinocchio è sicuramente indisciplinato, ma l'unica soluzione proposta è quella di adattarlo forzatamente al mondo che c'è. Si tratta di un mondo costruito attorno a determinati valori e certezze che per tutta la storia Pinocchio non riesce a gestire: la logica causa-effetto, prima di tutto, e poi una visione pratica del mondo considerato come un'entità economica. Sono i valori e le certezze che nel periodo post-unitario (dal 1861) caratterizzando in gran parte i modi 'educativi' della costruzione di una nazione italiana. Pinocchio non li comprende, ma, dopo tutte le avversità che si trova ad attraversare, decide di far propria tale visione del mondo come se corrispondesse effettivamente al proprio mondo interiore.

Pinocchio; Collodi; letteratura per l'infanzia; Italia; 19 secolo


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