Abstract
Il testo analizza la criminalizzazione razzista degli immigrati in Europa e negli Stati Uniti come fenomeno intrinseco della globalizzazione neoliberista a livello locale, nazionale e mondiale, in particolare dal 1990 al 2015. Attraverso ricerche degli ultimi 20 anni, l’articolo fa riferimento alla teoria interazionista della costruzione sociale. L’autore mostra come il fenomeno è legato al proibizionismo delle migrazioni e al protezionismo delle nazionalità dominanti e anche alla produzione di inferiorizzazione e neo-schiavitù dei migranti, dei rifugiati e perfino di molti autoctoni. La criminalizzazione razzista degli immigrati ha dunque una “funzione specchio” rivelando la brutale deriva dei dispositivi e delle pratiche di dominio dei dominanti, spesso interiorizzati dai dominati (autoctoni e gli immigrati). Il caso italiano è analizzato come caso rivelatore del governo liberista delle migrazioni contemporanee.
Parole chiave
criminalizzazione razziale; la globalizzazione del neoliberismo; inferiorizzazione; neo-schiavitù