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Rappresentazioni sociali dell'invecchiamento tra psicologia sociale e letteratura

Social representations of ageing between social psychology and literature

Abstracts

Scopo del presente lavoro è proporre l'analisi di testi letterari per lo studio delle rappresentazioni sociali dell'invecchiamento. Dopo un'introduzione al tema, con cenni ai recenti sviluppi in termini di invecchiamento positivo e all'utilità di un maggiore interscambio tra psicologia sociale e letteratura, vengono presentati i risultati di analisi quali-quantitative e qualitative di due recenti opere italiane. Sia l'analisi delle corrispondenze, sia una lettura più qualitativa dei testi, restituiscono indicazioni preziose rispetto all'intento di co-costruire un modo di Invecchiare Bene. Assonanze e divergenze rispetto alla letteratura psico-sociale sull'invecchiamento contribuiscono ad una lettura critica e generativa dell'ultimo 'dono del tempo'.

rappresentazioni sociali; invecchiamento; psicologia sociale e letteratura; metodi quali-quantitativi


O objetivo deste trabalho é propor a análise de textos literários para o estudo das representações sociais do envelhecimento. Após uma introdução ao tema, com referências a recente evolução positiva em termos de envelhecimento e à utilidade de um maior intercâmbio entre a psicologia social e a literatura, apresentamos os resultados da análise e as características quantitativas e qualitativas de duas recentes obras italianas. Tanto a análise de correspondência, quanto uma leitura mais qualitativa dos textos fornecem indicações valiosas sobre a intenção de co-construir um caminho para Envelhecer Bem. Semelhanças e diferenças em relação à literatura psico-social sobre o envelhecimento contribuem para uma leitura crítica e generativa do último "dom do tempo".

representações sociais; envelhecimento; psicologia social e da literatura; métodos quantitativos


Aim of the present paper is to propose the analysis of literary texts in order to study social representations of Ageing. After introducing the theme, with reference to recent developments in terms of positive ageing and to the usefulness of a stronger interchange between social psychology and literature, the results of quali-quantitative and qualitative analyses of two Italian recent books are presented. Both correspondence analysis and a qualitative reading of the texts provide precious cues towards the purpose of co-constructing a Good way of Ageing. Assonances and divergences with contemporary social psychological literature on ageing contribute to a critical and generative interpretation of the last 'gift of time'.

social representations; ageing; social psychology & literature; quali-quantitative methods


Rappresentazioni sociali dell'invecchiamento tra psicologia sociale e letteratura

Social representations of ageing between social psychology and literature

Alberta Contarello; Ilaria Marini; Alessio Nencini; Gaia Ricci

Università degli Studi di Padova, Padova, Italia

RIASSUNTO

Scopo del presente lavoro è proporre l'analisi di testi letterari per lo studio delle rappresentazioni sociali dell'invecchiamento. Dopo un'introduzione al tema, con cenni ai recenti sviluppi in termini di invecchiamento positivo e all'utilità di un maggiore interscambio tra psicologia sociale e letteratura, vengono presentati i risultati di analisi quali-quantitative e qualitative di due recenti opere italiane. Sia l'analisi delle corrispondenze, sia una lettura più qualitativa dei testi, restituiscono indicazioni preziose rispetto all'intento di co-costruire un modo di Invecchiare Bene. Assonanze e divergenze rispetto alla letteratura psico-sociale sull'invecchiamento contribuiscono ad una lettura critica e generativa dell'ultimo 'dono del tempo'.

Parole chiave: rappresentazioni sociali; invecchiamento; psicologia sociale e letteratura; metodi quali-quantitativi.

RESUMO

O objetivo deste trabalho é propor a análise de textos literários para o estudo das representações sociais do envelhecimento. Após uma introdução ao tema, com referências a recente evolução positiva em termos de envelhecimento e à utilidade de um maior intercâmbio entre a psicologia social e a literatura, apresentamos os resultados da análise e as características quantitativas e qualitativas de duas recentes obras italianas. Tanto a análise de correspondência, quanto uma leitura mais qualitativa dos textos fornecem indicações valiosas sobre a intenção de co-construir um caminho para Envelhecer Bem. Semelhanças e diferenças em relação à literatura psico-social sobre o envelhecimento contribuem para uma leitura crítica e generativa do último "dom do tempo".

Palavras-chave: representações sociais; envelhecimento; psicologia social e da literatura; métodos quantitativos.

ABSTRACT

Aim of the present paper is to propose the analysis of literary texts in order to study social representations of Ageing. After introducing the theme, with reference to recent developments in terms of positive ageing and to the usefulness of a stronger interchange between social psychology and literature, the results of quali-quantitative and qualitative analyses of two Italian recent books are presented. Both correspondence analysis and a qualitative reading of the texts provide precious cues towards the purpose of co-constructing a Good way of Ageing. Assonances and divergences with contemporary social psychological literature on ageing contribute to a critical and generative interpretation of the last 'gift of time'.

Keywords: social representations; ageing; social psychology & literature; quali-quantitative methods.

L'invecchiamento come questione psico-sociale

Il tema dell'invecchiamento è sempre più al centro dell'attenzione a livello interdisciplinare; la ricerca psicosociale può giocare un ruolo chiave in questo ambito di studio.

Ormai a livello globale, i dati demografici indicano cambiamenti estremamente rapidi verso un invecchiamento della popolazione: la conformazione per età sta modificandosi in tempi brevi non soltanto nella "vecchia" Europa, ma anche in Paesi "giovani" conosciuti come in via di sviluppo. L'Italia è uno dei Paesi in cui si invecchia di più (il primo in assoluto fino a pochi anni fa, ora superato dal Giappone), con un forte effetto di contesto geografico e, soprattutto, di genere: l'aspettativa media di vita alla nascita è di 77.8 per gli uomini e di 83.7 per le donne. Ma anche il subcontinente brasiliano e, più in generale, l'America del Sud, indicano cambiamenti estremamente rapidi in questa direzione (WHO, 2002). Le dimensioni che sta assumendo il fenomeno sollecitano un crescente interesse sociale e culturale e hanno dato luogo ad una già ampia letteratura internazionale ed interdisciplinare.

Il riconoscimento degli anziani come soggetto collettivo, come attori nella storia (Passerini, 2006), ha messo in discussione numerose convinzioni pregresse. A questa relativamente recente entrata in scena (o reingresso?) degli anziani, si accompagna un fenomeno singolare, ma significativo: nell'ampia, sempre più ampia, categoria degli anziani con buona probabilità entreranno a far parte gli attuali giovani e adulti, tuttavia a tale categoria non ci si ascrive volontariamente o volentieri. Del resto la condizione anziana parrebbe non godere di favori, semmai ben visibili sono gli svantaggi che l'accompagnano (Deponte, 2007).

Vuoi in seguito a meccanismi di difesa di natura psicologica, vuoi in risposta a mal posti conflitti di interesse che, evocando un gioco a somma zero, contrappongono le opportunità finanziarie di giovani e adulti a quelle degli anziani, si manifestano così visioni stereotipiche e uniformizzanti che l'attuale crescita esponenziale delle persone in età potrebbe ridurre ma anche pericolosamente enfatizzare. Di conseguenza, latenti e meno latenti discriminazioni. Si delinea quindi un paradosso: da un lato, l'aspettativa di vita della popolazione non si è mai presentata in modo tanto positivo, dall'altro la "questione" (o meglio la "variabile") età porta a nuove/antiche forme di esclusione e di rifiuto.

Questa particolare problematica ha sollevato l'interesse delle agenzie internazionali. L'OMS ha avviato una proposta denominata Active Ageing con l'obiettivo di descrivere e prescrivere aspetti rilevanti (economici, socio-sanitari, comportamentali, personali, fisici, sociali) per conseguire un invecchiamento attivo. Parallelamente, in ambito psicosociale, si sono sviluppati filoni teorici e di ricerca fortemente orientati a mettere in discussione lo "stato dell'arte" degli studi sull'invecchiamento. Una prima proposta viene offerta dalla prospettiva del Successful Aging di Baltes & Baltes (1990) che sottolinea le potenzialità intrinseche ad ogni processo di cambiamento attraverso il modello della Selezione, Ottimizzazione e Compensazione. Una seconda iniziativa, promossa dal movimento del Positive Aging di Gergen & Gergen (2000), mira a rivedere in chiave critica i valori dell'individualismo e della produttività caratteristici del macrocontesto capitalista contemporaneo, illustrandone gli effetti sul piano dell'inclusione vs. esclusione sociale.

In linea con queste tradizioni di ricerca, essenzialmente orientate a riconfigurare l'idea dominante di invecchiamento come fase di declino, la cornice teorica adottata in questo e in precedenti lavori riprende la teoria delle rappresentazioni sociali e si propone di analizzare quella forma di pensiero sociale, pratico e situato che si sviluppa in e tra comunità per far fronte a questioni che sollevano domande, dubbi e prese di posizione (Moscovici, 1961/1976; Jovchelovitch, 2007; Wagner & Hayes, 2005).

Già Simone de Beauvoir, nel suo bestseller di taglio storico-antropologico La Vieillesse, pubblicato nel 1970, ha proposto una lettura della "terza età" (nella terminologia allora nascente) da due diverse prospettive: esterna (come la vecchiaia si presenta agli altri) ed interna (come viene vissuta dai protagonisti). Si apriva così la strada per un fertile terreno di ricerca nello studio della relazione tra il Sé, l'Altro, l'Oggetto entro una cornice di matrice psicosociale orientata, più nello specifico, a descrivere quel tessuto che interconnette anziani e persone di diversa età, in culture simili e dissimili tra loro.

Più di recente, Jodelet (2009) ha proposto una lettura del tema invecchiamento entro uno schema di analisi che sottolinea la rilevanza di tre sfere di pertinenza delle rappresentazioni sociali: soggettiva, inter-soggettiva e trans-soggettiva. Molti punti affrontati nel lavoro risultano centrali ai nostri scopi. Ci limitiamo qui ad annotarne due: la considerazione che non esiste un pensiero "disincarnato" (se questo vale sempre, a maggior ragione vale nel contesto di studi dell'invecchiamento) e la rilevanza, a livello trans-soggettivo, di uno spazio sociale e pubblico in cui assume particolare importanza la diffusione da parte dei mezzi di comunicazione di massa. Tra questi, i testi letterari occupano una posizione peculiare.

Psicologia sociale e testi letterari

Il rapporto tra psicologia e letteratura è stato caratterizzato, nel corso del tempo, da numerosi intrecci ed altrettante contaminazioni reciproche (Moghaddam, 2004), sebbene non sempre accolte con favore da parte della comunità scientifica. L'aspetto maggiormente distintivo ha a che fare con l'ambito del "reale" a cui i due ambiti fanno rispettivamente riferimento: la psicologia studia la vita "reale" attraverso un linguaggio ed un'organizzazione scientifica, mentre la letteratura descrive mondi immaginari attraverso un linguaggio ed un'organizzazione narrativa (Bruner, 1986).

Tuttavia, adottando uno sguardo socio-costruttivista ai fenomeni sociali, secondo cui la "realtà" si manifesta essenzialmente come prodotto inter-soggettivo creato dalla persona in interazione con gli altri, la distinzione tra psicologia sociale e letteratura viene a diluirsi gradualmente fino ad essere trasposta alla percezione di coerenza tra quanto affermato e quanto vissuto dagli attori sociali. All'interno di questo quadro, le opere letterarie diventano artefatti sociali tanto quanto le teorie psicologiche, distinguendosi da queste ultime per registro comunicativo ed obiettivi, ma non per dominio di riferimento. Romanzi e racconti costituiscono altri modi di rappresentare le esperienze ed al contempo di agire sul mondo, fungendo da elementi attivi nel discorso collettivo, intervenendo e co-agendo al fine dello sviluppo e della modificazione di rappresentazioni sociali (Nencini, Sarrica, Romaioli, & Contarello, 2008). In questo senso, le voci di scrittori e letterati sono importanti nella società contemporanea come espressione, da un lato, e proposta, dall'altro, di prospettive su questioni dibattute (Gergen, 1989).

Ogni testo si costituisce sia di elementi condivisi e culturalmente disponibili sia di qualità peculiari, originali ed uniche. Opere letterarie che rispondono a criteri di successo (ovvero, la capacità di incontrare e soddisfare bisogni sociali; si veda Vygotskij, 1971), diffusione (ovvero, la possibilità di raggiungere un gran numero di individui e, di conseguenza, concorrere ad alimentare il dibattito collettivo) e di autorevolezza (ovvero, l'abilità di un autore di saper riproporre aspetti relazionali, emotivi e cognitivi che risuonano con le esperienze personali del lettore; Larsen & Seilman, 1988) costruiscono mondi immaginari e plausibili in cui il lettore ritrova elementi basilari della propria esperienza e del proprio mondo che gli permettono di comprendere ed accettare la "realtà" descritta nel testo (Levorato, 2000). Un'opera letteraria ben costruita e che risponde ai criteri appena descritti attinge, qualunque sia il dominio di "realtà" che essa descrive, ad elementi verosimili e condivisi che fanno riferimento al mondo psicologico dell'autore, ovvero a quello condiviso anche dai lettori.

Scopo del presente lavoro è quindi esplorare la rappresentazione sociale dell'invecchiamento in due testi letterari recenti, nella convinzione che quelle degli scrittori costituiscano voci particolarmente autorevoli – e generative – nel processo di costruzione e ricostruzione di conoscenze sociali condivise. Proponiamo quindi un esperimento mentale (Gedankenexperimenten, Moscovici, 1986) o meglio due studi quali-quantitativi di 'micro-mondi' creati nella fiction letteraria.

Metodo

Come si è visto, i testi su cui operare devono innanzitutto offrire una buona rappresentazione ed una ancor migliore rappresentatività dei costrutti che si vanno ad indagare: narrazioni verosimili, condivisibili e condivise, alle quali la comunità abbia accordato successo (previa diffusione) e riconosciuto autorevolezza. Rilevanza, disponibilità e popolarità costituiscono quindi criteri guida nella selezione del materiale di studio. Dopo un'accurata ricerca sono state selezionate due opere recenti.

I testi sono stati sottoposti a due tipi di analisi. In primo luogo, si è proceduto con analisi del contenuto, mirate a rintracciare i personaggi principali e le loro caratterizzazioni nei testi (aggettivi, sostantivi, frasi o brani descrittivi)1 1 Simili analisi sono state svolte sulle relazioni interpersonali tra i personaggi. Tali analisi esulano tuttavia dal presente lavoro. , e successive analisi delle corrispondenze (Benzécri et al., 1973) volte ad estrarre i principi organizzativi delle rappresentazioni delineate. In contrasto con una lettura "ravvicinata", più tipica della critica letteraria, tali metodologie di ricerca permettono una (relativa) distanza del lettore-analista dal testo esaminato in modo da poterne ricostruire le strutture di fondo riducendo l'interferenza della risposta emotiva alla narrazione (Contarello, 2008).

Successivamente tuttavia, riconoscendo ampiamente il contributo dei literary studies, all'analisi quali-quantitativa si è affiancata un'analisi puramente qualitativa che permetta di mettere in luce "quadri di vecchiaia" altrimenti destinati al silenzio: "casi singoli", invisibili sul piano statistico, ma estremamente eloquenti al fine di rintracciare le teorie più o meno implicite degli autori.

Questo gioco di avvicinamento-allontanamento al/dal testo permette, a nostro avviso, una più ricca estrazione di materiali preziosi da quei "giacimenti di significato" che, secondo Moghaddam (2004) i testi letterari sanno fornire.

La rappresentazione simultanea di molteplici elementi, pressoché inattuabile manualmente, con le esplicitazioni quantitative che la accompagnano, permette di cogliere la rilevanza di aspetti che alla "semplice" lettura non risultano evidenti. Un cammino congiunto, che integri le premesse e gli esiti quantitativi delle elaborazioni informatiche con sguardi invece "distanti", meglio può rendere la complessità e la specificità del linguaggio artistico o, piuttosto, recuperare quelle sfumature ed intenzioni che, inevitabilmente, vanno perdute nel pre-trattare il testo secondo parametri decifrabili dal programma informatico in uso.

Nella fase quali-quantitativa, ci si è avvalsi del software Spad.T (Lebart, Morineau, Becue, & Haeusler, 1989) per il pretrattamento dei testi (l'individuazione di sinonimi e la richiesta di soglia di frequenza 1) e per l'analisi fattoriale delle corrispondenze. Nella fase qualitativa, si è proceduto con una lettura "informata" alla luce delle teorizzazioni psicosociali sull'argomento.

I Testi

I due testi selezionati sono di autori italiani e scritti in italiano.

Bagaglio leggero di Alessandro Tamburini (2006) è un romanzo che narra la storia di una giornata particolare di anziani ospiti di una casa di riposo. Il ritrovamento di una bomba della II guerra mondiale, che rende necessario lo sgombero della casa per il disinnesco è il punto di partenza che permette il riemergere di ricordi da tempo sopiti in ciascuno dei personaggi. In questo affresco corale di voci emergono due protagonisti. Per loro, la forza del passato costituisce la spinta a lasciarsi alle spalle età e memoria, a fuggire da un presente incerto e a proiettarsi in un futuro che non c'era e neanche avrebbero potuto immaginare prima.

Adagio un poco mosso di Elena Gianini Belotti (1993) propone sette storie di donne "di una certa età" che, nella fase ultima dell'esistenza, trovano vie di fuga grazie ai piaceri della solitudine, dell'immaginazione e dell'orgoglio. "Esercizio a quattro mani" apre la raccolta: narrato in prima persona, seguiamo i pensieri della sconosciuta protagonista, una vecchia signora in attesa nella banca locale; incantati nel fissare le mani, i polsi gioiosi del cassiere, imbarazzati nel prendere atto dei propri desideri intatti. Voce narrante invece per il secondo racconto; "Un carattere sensibile" è quello che presume di essere Ottavio, l'ansioso signore di mezza età che, per placare timori ed ansie, non esita a confinare la madre (indipendente, autonoma, ricca di interessi ed in salute) in una casa di riposo. Cosa opporre a tanta prevaricante carità filiale? Lucia, la madre, sceglie beffarda di affrancarsi dal suo ruolo. In "Oratorio di Natale", Teresa, un'anziana vedova, ripercorre monologando le tappe del suo matrimonio e della sua vita: seppure ammantato di nostalgia, il ritratto che del marito Armando emerge è quello di un uomo egoista, sessista e dominante. "Stenodattilo primo impiego" si confronta con il tema dell'Olocausto e della memoria. "Il giardino selvatico" è la storia di una donna che, dopo vent'anni di internamento psichiatrico, torna alla casa al mare in cui la sua sofferta vicenda ha avuto inizio. "La gita", narrata in forma epistolare, pone l'accento sulla solidarietà femminile, raccontando di una pluridecennale amicizia e del patto di mutuo soccorso, anche nel morire, che le protagoniste si impegnano a rispettare. L'ultima storia, "Di pattuglia", torna alla prima voce narrante, quella di una giovane poliziotta, per introdurci al cospetto della minuscola, fragile ed occasionale "ladra" Aida Proietti2 2 Recente, ma non recentissimo, Adagio un poco mosso parla di un mondo in cui la moneta corrente è ancora la lira, prima dell'adozione dell'euro in Italia. Come ci è stato fatto notare, questo meriterebbe una riflessione specifica, che esula però dal presente lavoro. .

Risultati

Studio 1 - Bagaglio leggero

Analisi del contenuto e analisi delle corrispondenze

I personaggi identificati sono 14. Le forme lessicali (inizialmente 518, di cui 461 distinte), dopo il pre-trattamento del testo, sono risultate 67.

Nell'illustrare i risultati dell'analisi delle corrispondenze si terrà conto dei contributi assoluti più rilevanti, per i personaggi: CA>100/14=7.14, per le categorie: CA>100/67=1.493 3 Il contributo assoluto (CA) indica la porzione di inerzia del fattore spiegata dalla modalità in esame. .

In base all'istogramma dei valori propri si è deciso di considerare i primi tre fattori che spiegano, nell'insieme, il 35.74% dell'inerzia totale.

Tabella 1

Il primo fattore è illustrato al polo negativo da Francesco e Ludovica, al polo positivo da Il Maestro, Serafini, Elena e Bernardi. Come si può notare dalla tabella sopra riportata, al polo negativo non risultano categorie che superino la soglia prefissata. Il polo positivo, invece, presenta molti termini significativi, riferiti ai personaggi, distinti tra di loro. L'immagine che ne risulta è estremamente critica e negativa; scaturisce un'idea di declino, di trascuratezza (andatura rallentata, puzza, non si lava), di vecchiaia come vera e propria malattia (matto, grida, si agita) e di perdita di controllo su di sé (grida, dice parolacce).

Tabella 2

Il secondo fattore è illustrato al polo positivo da Elena e al polo negativo da Bertoni e Italo. Elena è descritta come una donna che si rammarica, si dispiace di essere stata dimenticata dal figlio che non si reca mai a trovarla, facendola sentire sempre più sola ed abbandonata. Al polo negativo, invece, troviamo due personaggi contraddistinti da termini che si contrappongono al polo positivo. Se, infatti, si rammarica esprime un'idea di dolore raccolto, intimo, grida, dice parolacce, matto, rimandano ad una tendenza all'acting out, a liberarsi di ciò che si ha dentro, in maniera anche forte. Italo, inoltre, viene identificato più volte come matto per la sua abitudine ad inventare storie eroiche sulle sue esperienze passate. Bertoni, da parte sua, è un personaggio piuttosto burbero, che spesso alza la voce ed utilizza un linguaggio scurrile.

Il terzo fattore è illustrato al polo positivo da Bernardi e al polo negativo da Francesco e Bertoni. Bernardi si caratterizza fisicamente per il grigio dei suoi capelli e per uno sguardo fisso che lo rende impassibile. Al polo negativo, invece, troviamo un'idea di insofferenza data dai termini non sopporta, si irrita, legati alla stringa inventa storie. Bertoni e Francesco narrano storie inventate, che per questo motivo non vengono credute dagli altri, determinando così la loro acredine. Essi, inoltre, sono persone che non provano paura anche in momenti di incertezza, poi superati osservando attentamente la situazione.

Tabella 3

Analisi qualitativa e discussione preliminare

Tamburini dipinge attraverso ogni personaggio "quadri" di vecchiaia, propone cioè diverse modalità con cui questa fase della vita può essere vissuta e in cui ciascun anziano potrebbe riconoscersi. C'è la figura dell'anziana sovrappeso che fatica a muoversi, che è sola in quanto dimenticata dalla famiglia e si chiude così nel suo rammarico e nel suo dolore. C'è l'anziano scorbutico, incattivito dalle dure esperienze di tutta una vita, che non sopporta la nuora perché ha reso il figlio un burattino; troviamo il vecchio "matto" che è solito raccontare storie bizzarre e poco convincenti per attirare l'attenzione degli altri, sentirsi partecipe ed importante. C'è poi la cantante, una giovinezza dedicata alla sua passione, il canto, che col tempo ha dovuto chiudere in un cassetto poiché altre erano le priorità: in primis la famiglia. Ma la vecchiaia è anche il tempo della riscoperta di antichi piaceri, ora che la preoccupazione per l'accudimento dei figli e per la cura della casa sono venuti meno. È così che Stella, cantando per gli altri, rivive emozioni ormai dimenticate e che non pensava di poter più provare.

Si trova il piccolo anziano, insicuro, a causa della sua statura, con la passione per il ballo che "è l'unica cosa che lo faccia sentire uomo". Grazie al costante colloquio intimo con la moglie defunta, trova il coraggio di uscire da "Villa Serena" e di dedicarsi a sé, alla cura del proprio aspetto, regalandosi una visita dal barbiere proprio come faceva regolarmente tanti anni prima.

Quando Lidia morì per Scalvini fu un precipizio e cominciò ad avere paura di tutto. Dal suo cuore, però, Lidia non se ne è mai andata, continua a vivere dentro di lui e costituisce la forza per poter andare avanti. Solo parlando con lei, muovendo appena le labbra, come una preghiera, il piccolo Scalvini riesce a non perdersi, a non farsi sopraffare dalla difficoltà dell'affrontare la vita senza il suo punto di riferimento, il suo grande amore.

Accanto a questi modelli si ritrovano "immagini", già incontrate nella teorizzazione psicosociale (Gergen & Gergen, 2000), modalità di vivere la vecchiaia in modo positivo, come un periodo di vita stimolante, pieno, ricco di gioie e soddisfazioni. Gli anziani, in Tamburini, sono testimoni del passato, in particolare di un passato tragico, fatto di guerra (la II guerra mondiale), di bombardamenti, di reclusioni e di fughe, che spesso riaffiora portando, da una parte sconvolgimento, dall'altra consapevolezza di essere fortunati per essere scampati ad una tale tragedia e poterne parlare. Anche la cura dell'aspetto ha un ruolo non indifferente in Tamburini. Ludovica non teme di specchiarsi, di vedere riflesso il proprio volto segnato dal tempo. Tiene ad essere ancora "presentabile" perciò si cambia spesso d'abito, usa creme, cura i propri capelli che ama pettinare ed acconciare in una lunga treccia. Continua a coltivare la passione per abiti e scarpe e a sfogliare riviste di moda anche in vecchiaia.

Infine, anche in Tamburini l'amore trova spazio. Anzi, l'amore è il filo conduttore del romanzo. Un amore, scoppiato più di cinquant'anni prima, si riaccende tra Francesco e Ludovica, due ospiti della casa che fino al momento dello sgombero non si erano mai visti. Si re-incontrano: il sentimento che li aveva uniti sembra non essersi deteriorato col tempo e nemmeno la loro condizione di anziani può impedire loro di essere vissuto. In Bagaglio leggero, l'amore non ha età, la fuga amorosa è dietro l'angolo, veicolando così l'idea, aldilà dei preconcetti, che vita e vitalità non finiscono dopo una certa età, ma che si può ancora amare e vivere le emozioni senza sentirsi ridicoli o inadeguati.

Il pensiero di Tamburini va quindi ben oltre la rappresentazione di vecchiaia come declino, decadimento, solitudine. Se egli propone come sfondo immagini di solitudine e comportamenti bizzarri, dall'altra presenta, in figura, diverse realtà in cui la vecchiaia non è sentita come un peso da portare, ma come un periodo vivo, appagante, in cui anche piccole abitudini quotidiane come giocare a carte o grandi passioni come il canto o –grande topos letterario– l'amore, possono regalare emozioni e rendere la vita bella ed appagante. Aldilà dell'età.

Studio 2 - Adagio un poco mosso

Analisi del contenuto e analisi delle corrispondenze

I personaggi identificati sono 15. Le forme lessicali, inizialmente 979, dopo il pre-trattamento del testo, sono risultate 88. L'interpretazione dei risultati ha tenuto in considerazione i contributi assoluti più significativi, oltre la soglia100/n: CA ≥ 100/15 = 6.67 per i personaggi e CA ≥ 100/88 = 1.14 per le categorie. Vengono presentati i primi quattro fattori (di cui due illustrati in tabelle), che nell'insieme spiegano il 42.19% dell'inerzia totale.

La lettura del primo fattore vede Aida Proietti collocata al polo positivo, il Marito Armando al polo opposto. Le categorie che si riferiscono al personaggio di Aida Proietti sembrano indicare stanchezza (sfinita), fragilità, vulnerabilità fisica e sociale (il vistoso-buco di una giacchetta striminzita e sbrindellata); del resto l'autrice non nega i segni degeneri del tempo, le sue anziane hanno vissuto come potevano e come sapevano e la dimensione della fragilità e della stanchezza, diversamente declinata, risulta legittimamente da tutti e quattro i fattori.

Le caratteristiche che definiscono Armando sono riconducibili all'incapacità di gestire energie, e probabilmente identità, in un contesto che non sia lavorativo: il lavoro-piaceva e si-infastidiva per non tacere di furibonda-gelosia, raccontano di un uomo (di uomini) geloso delle risorse e delle passioni che qualificano il tempo femminile.

Tabella 4

Passando al secondo fattore. i valori elaborati ci restituiscono articolati due volti dell'invecchiare; se infatti la Moglie del Notaio e Camilla collocano al polo negativo le opposte possibilità di divenire fisico, al polo positivo la Protagonista ed Ottavio descrivono una diversa gestione emotiva della condizione anziana. E quasi anziana: Ottavio ha sessant'anni.

Gli occhi-pungenti, i movimenti-energici, la concitazione (concitata) che definiscono la Moglie del Notaio tracciano la figura di una donna che non solo resiste, ma che si riappropria vitale della propria esistenza, fisicamente (assaporava) e non solamente demandando all'immaginazione. D'altro canto, l'assaporare la vita prescinde dall'appagamento di quei desideri intatti che tanto turbano (una-vampata), al polo positivo, la Protagonista. Per lei, l'immaginare (perlus-inesistente) rappresenta, pur nel timore di violare in un qualche modo tacite prescrizioni di ruolo, una forma di compensazione del proprio deserto affettivo.

Tabella 5

Anche Camilla resiste (lucidissima), ma in una dimensione di drammatica malattia ed impotenza (corpo-impotente). Consapevole e decisa è la scelta di congedarsi dalla vita, riservandosi di sorridere finalmente leggera (leggero-sorriso) nell'ultimo suo giorno: una sofferenza concreta, decisamente in contrasto con l'angoscia ed i dubbi incessanti di Ottavio, summa dell'incapacità maschile a contenere e gestire responsabilità; una quasi anzianità che si delinea non solo non autonoma ma timorosa dell'autonomia stessa.

Al terzo fattore, da noi denominato Bellezza del passato vs. Vitalità del presente, vediamo Aida Proietti (CA=38.57) testimoniare di bellezze e vite trascorse, laddove Ottavio (CA=28.87) e la Moglie del Notaio (CA=7.26) sono caratterizzati da una sempre concitata (concitata; CA=1.50) attività emotiva, seppur diversamente declinata. Angosce e dubbi-incessanti (CA=9.14; CA=5.10), rabbie (con-rabbia CA= 2.24) e timori (pericoli CA= 1.15) del sensibile – per sua definizione – Ottavio, pur intensi poco hanno in comune con la potente vitalità della Moglie del Notaio.

Significativa, nel quarto fattore – Fragilità vs. Resistenza –, la contrapposizione tra la capacità di controllo e sopportazione esercitata da Teresa (CA=37.37), al positivo, e la consueta incontinenza emotiva di Ottavio (CA=11.57): mentre il polo negativo parla di fragilità fisiche e caratteriali, nel polo opposto si ritrova al di là di una candela-consumata (CA= 6.14) – doveroso omaggio della brava moglie Teresa al proprio stato di vedovanza – una capacità di resistere, adattarsi (dovevi-tenerlo CA=1.59) e compensare, più forte di autocostrette prescrizioni di ruolo (sbrigavo-faccende CA=3.74; non-far-chiasso CA=3.74); le stesse che spingono Teresa a descrivere la propria vedovanza come incompletezza, quando invece è (suggerisce il finale) libertà di tornare alle proprie passioni prepotenti (p. 49).

Ancora una volta spetta invece alla sfinita (CA=2.33) Aida (CA=14.76) il compito di declinare statisticamente le presunte fragilità anziane.

Analisi qualitativa e discussione preliminare

La lettura dei risultati non sempre è stata agevole; dense le categorie, molteplici i rimandi che sottendono; il pre-trattamento ha voluto – a costo di una poco spendibile analiticità – preservare quei linguaggi e quelle intuizioni che hanno reso lo sguardo di Elena Gianini Belotti capace di restituire, in linea con le recenti considerazioni della condizione anziana, l'idea di un'ampia variabilità individuale: ciascun personaggio è differente per le dimensioni biologiche, psicologiche e sociali che ne strutturano l'identità.

Ciò che è importante notare è come le dimensioni rilevate non presentino dicotomie nette (quali potenzialità versus declino, attività versus ritiro), ma piuttosto articolazioni interne, non cosa la vecchiaia sia/non sia ed in queste assenze si definisca, ma come venga diversamente vissuta.

Del resto la mancanza di altre appartenenze anagrafiche significative – una controparte giovane o più giovane –, nell'opera e di rimando nell'analisi, non poteva non restituire un universo esclusivamente (seppur differentemente) anziano.

La differenza di genere, percepibile già ad una prima lettura qualitativa (il momento in cui smettono di andare a lavorare fuori casa è molto difficile, non sanno più come occupare il loro tempo, come impegnare le loro energie, si avviliscono, si deprimono, si sentono inutili; p. 37), si è imposta con maggior evidenza in seguito all'analisi del testo; se lo sparuto gruppo di mariti e figli veniva fagocitato dalle intense protagoniste, la sua parziale ricollocazione statistica ne ribadisce la rilevante diversità. Le distanze maggiori riguardano un'emotività maschile, incontenibile, che non è (solo) vitalità, ed una capacità femminile di autocontrollo ed adattamento, che non è mai resa.

Ancora, uomini e donne parrebbero non avvertire in egual misura il bisogno di solitudine: la necessità di un ritiro appare innegabile per donne che rivendicano maggior tempo per se stesse e per le quali il riassetto "domestico", fatto di inevitabili allontanamenti, è vissuto soprattutto come nuova possibilità.

Nonostante l'indubbia vivacità delle sue indomite signore, non ci sentiamo di affermare che l'autrice pensi e proponga l'invecchiamento come un costrutto sempre rinegoziabile; fattori esterni poco governabili (fragilità, malattia, indigenza) e consacrate prescrizioni di ruolo ne modellano anche pesantemente i vissuti. Pure è vero che sottolineare la debolezza del corpo significa al contempo prenderne le distanze: una volta annotati i cambiamenti, l'anzianità al femminile di Gianini Belotti prosegue (e resiste) quando altera, quando spossata verso la difesa e riconquista del proprio spazio.

La capacità di resistere con ottime capacità (non solo cognitive) di compensazione – siano una fervida fantasia, la cura di un giardino o lunghe nuotate – ad un declino fisico annotato con chirurgica precisione, e notato con (quasi) indifferente accettazione, fa della vecchiaia descritta da Gianini Belotti una sorta di Successful Ageing; un buon invecchiamento, a partire da un lucido esame di realtà, un "compromesso" tra identità biologicamente statiche ma individualmente dinamiche e ricche.

In conclusione lasciamo la parola, alcune righe eloquenti, ad una delle protagoniste:

I desideri resistono intatti al trascorrere degli anni, nonostante siano destinati a restare insoddisfatti. Alla crudeltà della vecchiaia in sé, si aggiunge quella della rarefazione progressiva dei contatti: nessuno ti tocca più, né ti abbraccia o accarezza, nessuno vuol più essere toccato, abbracciato, accarezzato da una vecchia signora come me (Gianini Belotti, 1993, p. 14).

Conclusioni

Concludendo, crediamo di avere illustrato come, grazie all'integrazione tra analisi quali-quantitativa ed analisi qualitativa, si possa raggiungere una visione complessiva e probabilmente più fedele di quella che è la rappresentazione che gli autori delineano dell'invecchiamento. Quella degli autori, riprendendo Moghaddam (2004), può essere considerata una voce importante della società attuale sull'argomento in quanto espressione, da un lato, e proposta, dall'altro, di modi di vedere il problema in questione.

Nel testo di Tamburini, a prima vista, sembra che il panorama contestuale in cui si stagliano i personaggi sia estremamente critico e negativo (una quasi caricaturale decadenza) mentre solo la fuga (in particolar il topos della fuga romantica) consente di eludere una "realtà" difficilmente sopportabile. A ben guardare, tuttavia, non solo i due protagonisti ma anche personaggi meno centrali nel racconto indicano delle vie vitali, seppure meno eclatanti, di contrastare la più generale visione oscura del processo di invecchiamento. Oltre a queste indicazioni, delineate nei singoli personaggi, risulta interessante notare come nel mondo di Bagaglio leggero uomini e donne risultino vivere diversamente, ma non per questo con minore importanza, aspetti emozionali e relazionali (di apertura-chiusura ai rapporti interpersonali).

In estrema sintesi, rispetto alla ricerca sulle rappresentazioni sociali dell'invecchiamento (per esempio, Gastaldi e Contarello, 2006, in Italia e Martins, Camargo e Biasus, 2009 in Brasile), troviamo elementi di declino e di malattia (mentale) controbilanciati da relazioni interpersonali (spirituali) e di amore. Per lo più assenti sono invece relazioni familiari (che, casomai, quando presenti, inducono insoddisfazione) e riferimenti espliciti al dolore.

In Adagio un poco mosso, i principi organizzatori principali sottolineano Perdita vs. Mantenimento di energie, Elementi corporei vs. Emozionali, Bellezza del passato vs. Vitalità del presente e Fragilità vs. Resistenza. I protagonisti, soprattutto donne, rimarcano la persistenza di desideri, mancanze, resistenze ad un declino fisico descritto con precisione chirurgica e accettato (quasi) con indifferenza. L'invecchiamento risulta così una sorta di combinazione tra limiti (principalmente) biologici e potenzialità individuali. Eccellenti capacità di compensazione (non solo cognitive) aiutano a costruire un modo di Invecchiare Bene: tenendo conto della "realtà", ma oscillando tra desideri, mancanze e la scoperta di risorse originali.

E' interessante riflettere sui diversi toni scelti dagli autori per presentare l'argomento e speculare sul ruolo giocato dalla loro diversa collocazione, in termini di genere e di età, rispetto ad esso (adulto, Alessandro Tamburini che parla di anziani in casa di riposo; anziana, Elena Gianini Belotti che parla di anziani, soprattutto anziane, in età avanzata). In una declinazione diversa, ritroviamo cenni di quello sguardo esterno vs. interno postulato da Simone de Beauvoir, così come di una posizione più valutativa o descrittiva a seconda della vicinanza di chi parla di invecchiamento al tema considerato, risultato ben familiare a chi si occupa di rappresentazioni sociali.

Si tratta di punti di vista, o meglio di elementi e strutture, che possono concorrere in modo generativo alla rappresentazione condivisa, dando voce a modi forse meno evidenti ma potenzialmente positivi di vivere le ultime fasi della vita. Altre ricerche, con altri testi letterari, potrebbero ampliare la riflessione in proposito. Tra assonanze e dissonanze con la teorizzazione psicosociale, da un lato, e la ricerca empirica, dall'altro, le teorie più o meno implicite degli autori di testi letterari potrebbero così entrare a far parte di un progetto teorico-empirico volto a meglio conoscere e "generare" interpretazioni condivise volte a promuovere e valorizzare le fasi più tardive della vita.

Note

Riferimenti bibliografici

Recebido em: 10/05/2010

Aceite em: 23/03/2011

Alberta Contarello è Professore Ordinario di Psicologia Sociale presso la Facoltà di Psicologia – Università degli Studi di Padova. Direccione: Studio e sede 505 - DPA, via Venezia, 8, 35131 Padova, Italia. Email: alberta.contarello@unipd.it

Ilaria Marini è Dottore Magistrale in Psicologia presso l'Università degli Studi di Padova

Alessio Nencini è Assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Psicologia Applicata dell'Università di Padova. Email: alessio.nencini@unipd.it

Gaia Ricci èDottore Magistrale in Psicologia presso l'Università degli Studi di Padova.

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  • 1
    Simili analisi sono state svolte sulle relazioni interpersonali tra i personaggi. Tali analisi esulano tuttavia dal presente lavoro.
  • 2
    Recente, ma non recentissimo,
    Adagio un poco mosso parla di un mondo in cui la moneta corrente è ancora la lira, prima dell'adozione dell'euro in Italia. Come ci è stato fatto notare, questo meriterebbe una riflessione specifica, che esula però dal presente lavoro.
  • 3
    Il contributo assoluto (CA) indica la porzione di inerzia del fattore spiegata dalla modalità in esame.
  • Publication Dates

    • Publication in this collection
      02 June 2011
    • Date of issue
      Apr 2011

    History

    • Received
      10 May 2010
    • Accepted
      23 Mar 2011
    Associação Brasileira de Psicologia Social Programa de Pós-graduação em Psicologia, Universidade Federal de Pernambuco, Centro de Filosofia e Ciências Humanas (CFCH), Av. da Arquitetura S/N - 7º Andar - Cidade Universitária, Recife - PE - CEP: 50740-550 - Belo Horizonte - MG - Brazil
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