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Sulle onde delle migrazioni. Dalla paura all'incontro

On the waves of migration. From fear to encounter

Pani, Giancarlo. Sulle onde delle migrazioni. Dalla paura all'incontro.2016. La Civiltà Cattolica, Milano: 144

I Padri Gesuiti, nelle pagine della rivista La Civiltà Cattolica hanno dato voce, offerto dati e proposto delle analisi sui processi, le questioni problematiche e le opportunità che le migrazioni stanno presentando, specialmente verso e nel contesto europeo. Nove di questi articoli sono convenuti in questo libro che riporta, alla fine, anche il discorso del Superiore Generale dell’Ordine, il 14 Gennaio 2016, in occasione della sua visita al Centro Astalli, a Roma, oltre che l’introduzione e la conclusione del curatore, che è uno degli autori dei testi della nota rivista.

Il libro rende un eccellente servizio alla causa delle migrazioni e alla società italiana, perché riesce a comunicare in linguaggio chiaro e rigoroso sulla complessa tematica delle migrazioni così come si presenta nel contesto italiano in questi ultimi anni, offrendo molte informazioni e interpretazioni sulla realtà, con dati statistici e informazioni su iniziative legali e politiche riguardanti la materia, senza mai discostarsi dalla prospettiva che il sottotitolo indica come punto prospettivo imprescindibile di lettura del fenomeno: il superamento degli approcci improntati a sentimenti di paura, per dare priorità e assicurare la via dell’incontro come conditio sine qua non per intendere e rapportarsi al fenomeno da un punto di vista umano e cristiano. La realtà mostra l’intensificarsi dei nuovi flussi, che suscitano paure e altre reazioni marcate da rifiuto e incomprensione del dramma che le migrazioni internazionali oggi nascondono dietro i dati statistici. L’incontro è e si conferma l’approccio dovuto e l’unico proponibile quando si ha al centro l’attenzione per la persona e si riconosce il primato della dignità umana perché “i diritti ineriscono all’uomo, non al cittadino” (p. 142).

Gli articoli sono organizzati in tre parti nel volume: la prima parte presenta maggiormente dati e informazioni sulla realtà; la seconda accenna alle motivazioni e mette in luce i rischi a cui fanno fronte i soggetti in marcia verso l’Europa; mentre la terza parte si sofferma su temi referenti all’arrivo dei flussi, sottolineando il contesto europeo e italiano. Sono riflessioni che non si sottraggono all’arduo compito di ascoltare gli argomenti dei timorosi e persino di coloro che si oppongono all’accoglienza, ma ribadisce, senza tentennamenti, che l’Europa non ha altra via che quella di “riportare al centro la fiducia nell’uomo (“non tanto in quanto cittadino, né in quanto soggetto economico, ma nell’uomo in quanto persona dotata di una dignità trascendente”) e la promozione del bene comune” (p. 109). Nel suo articolo Europa e rifugiati: insieme per costruire una casa comune, p. Ripamonti sottolinea come l’emergenza di questa tematica richiama alla responsabilità e alla capacità della popolazione italiana ed europea e dei suoi rappresentanti politici di “guardare negli occhi le persone che arrivano nelle nostre frontiere” (p. 110), perché “oggi, le persone in fuga da guerre e persecuzioni non sono mai state così numerose: 24 al minuto, una ogni 113 abitanti del pianeta” (p. 106). Per questo, secondo l’autore, citando p. Adolfo (2016), Superiore Generale dei Gesuiti, bisogna ripensare alle frontiere come luogo di riconciliazione e di riumanizzazione, “Riconciliazione alle frontiere significa restituire un volto umano a coloro che sono stati disumanizzati da esclusioni violente” (p. 110). Senza togliere lo sguardo dai soggetti in fuga che bussano alle porte dell’Europa o tentano di entrare anche senza bussare, gli autori chiamano in causa anche le responsabilità e le visioni macro strutturali che le migrazioni mostrano e in qualche modo scuotono, come gli interessi degli accordi bilaterali tra gli Stati, l’identità europea o anche il concetto ecclesiale di rifugiato (secondo il documento I Rifugiati, una sfida alla solidarietà), che supera quello ufficiale della Convenzione di Ginevra, ma si allarga e include “le vittime dei conflitti armati, di regimi oppressivi, di politiche economiche sbagliate o di disastri naturali, in considerazione della natura involontaria della loro migrazione” (p. 115).

Altri due articoli meritano una nota speciale: quello di Luciano Lavirera sulla governance delle migrazioni (p. 31-46), per l’attenta lettura delle migrazioni nell’insieme dell’Agenda globale sui diritti umani e lo sviluppo e quello di Giovanni Sale sui modelli di integrazioni (p. 118-134) per il coraggio di proporre una lettura di quello che sta accadendo, in una prospettiva delle migrazioni come “fatto strutturale e non passeggero” (p. 134).

La pubblicazione risponde ad un anelito spesso manifestato in ambienti ecclesiali e non, e aiuta a occupare uno spazio che da più fronti si auspica la Chiesa italiana dovrebbe essere capace di prendere per sé: quello della comunicazione propositiva e qualitativamente incisiva, per affrontare il tema, senza negare le difficoltà e la complessità che lo caratterizza.

Publication Dates

  • Publication in this collection
    04 2017

History

  • Received
    11 Apr 2017
  • Accepted
    18 Apr 2017
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