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MANUALISTICA ED EDITORIA SCOLASTICA A NAPOLI (1806-1820)

MANUALES Y PUBLICACIONES ESCOLARES EN NÁPOLES (1806-1820)

MANUALS AND SCHOLASTIC PUBLISHING IN NAPLES (1806-1820)

MANUELS SCOLAIRES ET ÉDITION SCOLAIRE À NAPLES (1806-1820)

Riassunto

Il contributo si focalizza sui libri di testo adottati nelle scuole del Regno di Napoli (1806-1815) e del Regno delle Due Sicilie (1816-1820) e sulle imprese tipografiche attive nel settore della manualistica scolastica. Le vicende del mercato tipografico-editoriale sono collacote nel contesto della Riforma dell’istruzione realizzata durante il Decennio francese, che ha costituito la condizione storica per lo sviluppo del mercato del libro di testo. Il lavoro di ricerca è basato principalmente su fonti indirette per l’indisponibilità delle fonti primarie. L’analisi condotta sul versante istituzionale consente di individuare i testi e gli autori indicati dallo Stato allo scopo di modernizzare l’attività didattica. La ricognizione effettuata sui tipografi/editori restituisce la geografia produttiva dell’editoria scolastica nel periodo considerato. L’attività editoriale rimase relegata alle capitali dei regni e fu quasi del tutto assente nelle provincie, le quali erano prive di un tessuto produttivo ma non di un mercato scolastico.

Parole chiave:
Libri di testo; Editoria scolastico-educativa; Regno di Napoli; Regno delle Due Sicilie

Resumen

La contribución se centra en los manuales escolares adoptados en las escuelas del Reino de Nápoles (1806-1815) y del Reino de las Dos Sicilias (1816-1820) y en las imprentas activas en el sector de los manuales escolares. Las vicisitudes del mercado de la imprenta-edición se sitúan en el contexto de la reforma educativa llevada a cabo durante la Década Francesa, que constituyó la condición histórica para el desarrollo del mercado del libro de texto. El trabajo de investigación se basa principalmente en fuentes indirectas debido a la no disponibilidad de fuentes primarias. El análisis realizado desde el punto de vista institucional permite identificar los textos y autores indicados por el Estado para modernizar las actividades de enseñanza. El estudio de las imprentas/editoriales nos devuelve la geografía productiva de la edición escolar en el periodo considerado. La actividad editorial quedó relegada a las capitales de los reinos y estuvo casi totalmente ausente en las provincias, que carecían de tejido productivo aunque no de mercado escolar.

Palabras clave:
Libros de texto; Edición escolar-educativa; Reino de Nápoles; Reino de las Dos Sicilias

Abstract

The contribution focuses on the textbooks adopted in the schools of the Kingdom of Naples (1806-1815) and the Kingdom of the Two Sicilies (1816-1820) and the printing companies active in the school textbook sector. The events of the printing-publishing market are placed in the context of the educational reform carried out during the French Decade, which constituted the historical condition for the development of the textbook market. The research is mainly based on indirect sources due to the unavailability of primary sources. The analysis conducted on the institutional side makes it possible to identify the texts and authors indicated by the State in order to modernise teaching. The reconnaissance carried out on printers/publishers returns the productive geography of school publishing in the period considered. Publishing activity remained relegated to the capitals of the kingdoms and was almost completely absent in the provinces, which lacked a productive fabric but not a school market.

Keywords:
Textbooks; School-educational publishing; Kingdom of Naples; Kingdom of the Two Sicilies

Résumé

L’article porte sur les manuels scolaires adoptés dans les écoles du Royaume de Naples (1806-1815) et du Royaume des Deux-Siciles (1816-1820) et sur les imprimeries actives dans le secteur des manuels scolaires. Les vicissitudes du marché de l'imprimerie et de l'édition sont placées dans le contexte de la réforme de l'enseignement menée pendant la Décennie française, qui a constitué la condition historique pour le développement du marché des manuels scolaires. Le travail de recherche est principalement basé sur des sources indirectes en raison de l'indisponibilité des sources primaires. L'analyse menée du côté institutionnel permet d'identifier les textes et les auteurs indiqués par l'Etat pour moderniser l'enseignement. L’analyse effectuée sur les imprimeurs/éditeurs restitue la géographie productive de l'édition scolaire dans la période considérée. L'activité éditoriale restait reléguée dans les capitales des royaumes et était presque totalement absente dans les provinces, qui manquaient d'un tissu productif bien qu'un marché scolaire soit présent.

Mots-clés:
Manuels scolaires; Édition scolaire et éducative; Royaume de Naples; Royaume des Deux-Siciles

Resumo

A contribuição concentra-se nos livros didáticos adotados nas escolas do Reino de Nápoles (1806-1815) e do Reino das Duas Sicílias (1816-1820) e nas gráficas atuantes no setor de manuais escolares. Os eventos do mercado tipográfico-editorial são cotejados no contexto da reforma educacional realizada durante a Década Francesa, que constituiu a condição histórica para o desenvolvimento do mercado de livros didáticos. O trabalho de pesquisa baseia-se principalmente em fontes indiretas devido à indisponibilidade de fontes primárias. A análise realizada, do lado institucional, permite identificar os textos e autores indicados pelo Estado para modernizar a atividade docente. O levantamento realizado nas gráficas/editoras retorna a geografia produtiva da edição escolar no período considerado. A atividade editorial manteve-se relegada para as capitais dos reinos e esteve quase totalmente ausente nas províncias, que careciam de tecido produtivo, mas não de mercado escolar.

Palavras-chave:
Livros didáticos; editoria escolar-educativa; Reino de Nápoles; Reino das Duas Sicílias

INTRODUZIONE

In Italia gli studi e le ricerche sulla manualistica e sull’editoria scolastico-educativa hanno avuto un concreto sviluppo solo in tempi recenti. La gran parte di essi, infatti, risale solo all’ultimo ventennio, resi possibili grazie ad una “vera e propria rivoluzione storiografica” nell’ambito degli studi storici-educativi, con il passaggio dalla tradizionale storia della scuola intesa essenzialmente come storia delle teorie e dei modelli istituzionali di scuola, alla storia della scuola intesa come storia della cultura materiale della scuola (SANI, 2020SANI, Roberto. La ricerca sul patrimonio storico-educativo in Italia. In: ASCENZI, Anna; COVATO, Carmela; MEDA, Juri (a cura di). La pratica educativa. Storia, memoria e patrimonio. Macerata: EUM , 2020, pp. 13-26., p. 13).

Con il cambio di paradigma, il libro di testo ha finalmente acquisto dignità di studio, consolidandosi tra le necessarie fonti per comprendere, descrivere e analizzare i processi formativi. (BIANCHINI, 2000BIANCHINI, Paolo. “Una fonte per la storia dell'istruzione e del'editoria in Italia: il libro scolastico”. Contemporanea, 3(1), 175-182, 2000.). A seguito della rilevanza assunta dalla manualistica scolastica si sono avviate numerose ricerche nel campo dell’editoria scolastico-educativa, approfondita nei suoi molteplici aspetti e caratteri, come dimostrano le rassegne bibliografiche curate da M. Galfré (2001GALFRÈ, Monica. L’editoria scolastica dell’Italia unita nella storiografia: bibliografia. La fabbrica del libro: bollettino di storia dell’editoria in Italia, 2, pp. 43-57, 2001.), E. Marazzi (2012MARAZZI, Elisa. L’editoria scolastico-educativa e la ricerca storica. Il caso italiano. Società e Storia, 138, pp. 823-852, 2012.) e A. Ascenzi (2013ASCENZI, Anna. La ricerca sulla manualistica scolastica in Italia: nuovi orientamenti storiografici e prospettive per il futuro. In: MEDA, Juri; A.M. BADANELLI, Ana María (edd.). La historia de la cultura escolar en Italia y en Espana: balance y perspectivas. Macerata: EUM, 2013, pp. 119-138.).

Vi è, però, una indubbia carenza di indagini e di ricerche sul versante della storia dell’editoria scolastica nell’Italia meridionale dell’Ottocento preunitario, come ha evidenziato R. Sani (2011SANI, Roberto. Sub specie educationis. Studi e ricerche su istruzione, istituzioni scolastiche e processi culturali e formativi nell’Italia contemporanea. Macerata: EUM , 2011. ) che ha operato un primo accostamento al tema a partire dalle condizioni dell’industria tipografica ed editoriale e del mercato librario nel Mezzogiorno. Sulle peculiari dinamiche evolutive e sui caratteri specifici dell’editoria nel Decennio francese (1806-1815) si è, invece, soffermato V. Trombetta (2011TROMBETTA, Vincenzo. L'editoria a Napoli nel Decennio francese. Produzione libraria e stampa periodica tra Stato e imprenditoria privata (1806-1815). Milano: FrancoAngeli, 2011.), che ha contribuito a ricostruire la struttura produttiva e il complesso intreccio tra editoria di Stato e impresa privata, lumeggiato anche sul versante dell’istruzione portando avanti il lavoro pioneristico di M. Viola (1998VIOLA, Marianna. I libri di testo e la Pubblica Istruzione dal 1806 al 1825 nel Regno di Napoli. In: Atti dell’Accademia di Scienze Morali e politiche, vol. CIX, pp. 87-106, 1998.) sulla manualistica scolastica circolante tra il 1806 e il 1825.

Devono, infine, essere segnalate le fondamentali ricerche sugli editori scolastici coordinate da G. Chiosso, confluite nei repertori denominati TESEO. Tipografi e editori scolastici-educativi dell’Ottocento (2004) e TESEO ‘900 (2008CHIOSSO, Giorgio (a cura di). TESEO ‘900. Tipografi e editori scolastico-educativi del Novecento. Milano: Editrice Bibliografica , 2008.), che hanno contribuito a colmare, almeno in parte, la carenza di studi e ricerche sopra richiamata.

Nonostante la letteratura abbia affrontato e ricostruito le vicende editoriale e la produzione manualistica di tipo scolastico-educativo con apporti di sicuro interesse, nel corpus variegato degli studi storico-educativi dedicato al Meridione preunitario non si rilevano tentativi di evidenziare la costruzione del mercato editoriale scolastico a partire dal suo fondamento: la riforma dell’istruzione.

Nel quadro e nelle finalità proprie della nostra ricerca, tesa a offrire un primo sondaggio sui libri di testo adottati e sulle imprese tipografiche attive in tale settore, risulterà quindi prioritario ripercorrere nei suoi tratti salienti il sistema di pubblica istruzione impostato nel Regno di Napoli durante il Decennio e consolidato negli anni della seconda Restaurazione, che ha costituito la condizione storica per lo sviluppo del mercato del libro di testo, permettendo la naturale osmosi tra organismi preposti all’istruzione e le aziende tipografiche.

All’interno di questo contesto, saranno collocate le vicende della evoluzione del mercato tipografico-editoriale, che restituiranno la geografia produttiva dell’editoria scolastica del Regno nel periodo considerato.

Da un punto di vista metodologico, per procedere in questo lavoro di ricerca si è fatto ricorso a fonti indirette - principalemente i repertori di fonti giuridico-amministrative e il già citao repertorio TESEO - a causa dell’irrimediabile perdita dell’archivo del Ministero di Polizia, nelle cui attribuzioni ricadeva il lavoro di stampatori e librai, e dell’irreperibilità dei cataloghi delle botteghe librarie.

LA RIFORMA DELL'ISTRUZIONE

Le origini e gli sviluppi dell'editoria scolastico-educativa nel Regno di Napoli e in quello delle Due Sicilie, nel periodo compreso tra il governo dei Napoleonidi e il restaurato governo borbonico, sono strettamente legati alla nascita del ‘sistema di pubblica istruzione’ che fu definito durante il Decennio francese (1806-1815) e che venne consolidato negli anni della seconda Restaurazione (1815-1820), a partire dal suo fondamento: la riforma del sistema d'istruzione voluto da Napoleone.

La riforma, attuata con l’Université impériale (1806-1808), assicurò alla Francia imperiale un sistema di pubblica istruzione gestito e controllato dallo Stato, amministrativamente centralizzato e verticalizzato, con un ordinamento prospetticamente diviso in tre ordini: primario, secondario e superiore (GONTARD, 1984GONTARD, Maurice. L’enseignement secondaire en France de la fin de l’Ancien Régime à la loi Falloux (1750-1850). La Calade: Édisud, 1984.; BOUDON, 2004BOUDON, Jacques-Olivier (dir.). Napoléon et les lycées. Paris: Nouevau Monde Editions/Fondation Napoléon, 2004.). Tale sistema inglobava in sé tutti gli istituti, sia pubblici che privati, sia laici che ecclesiastici, miranti alla formazione professionalizzante ancorata al titolo di studio mediante il meccanismo dei tre gradi accademici, baccalauréat, licence e doctorat1 1 A seguito della legge istituente l’Università imperiale (1806), venne varato il decreto applicativo del 17 marzo 1808 che stabiliva il diploma di baccalauréat in lettere - conseguibile con un esame da sostenere ad “almeno sedici anni” e alla condizione “di rispondere a tutte le domande insegnate nelle classi superiori dei licei" - come titolo di accesso necessario per conseguire i successivi titoli di studio, licence e doctorat, nelle rispettive facoltà universitarie di: Lettere, Teologia, Scienze matematiche e fisiche, medicina. . La riforma dell’istruzione attuata in Francia costituì la pietra miliare per creare il passaggio dal regime feudale a quello dello Stato moderno e rappresentò il modello di riferimento da adattare alla realtà socio-economica nel Regno di Napoli.

La prima fase della modernizzazione delle istituzioni scolastiche nel napoletano si realizzò durante il biennio giuseppino (1806-1808), con la riforma amministrativa dello Stato e l’affidamento dell’istruzione al neonato ministero degli Interni, che consentì la costituzione di un ordinamento scolastico distinto, amministrativamente e culturalmente, su tre livelli: l’istruzione primaria, gravante sulle casse dei comuni; l’istruzione secondaria, impartita nei collegi finanziariamente autonomi e l’istruzione superiore, posta a carico dello stato2 2 Per un inquadramento storico delle politiche scolastiche nel Meridione durante l’Ottocento preunitario, in grado di fornire un approccio metodologicamente e criticamente rinnovato, si rimanda a M. LUPO (2005); R. SANI (2003), PALLADINO (2015). .

Con l’obbligo imposto ad ogni comune di fondare una scuola primaria (1806) si «superava la vecchia e perdente logica secondo cui l’istruzione primaria andava posta a carico dei monasteri» e si avviava, di conseguenza, il processo di alfabetizzazione e di laicizzazione della formazione (LUPO, 20O5LUPO, Maurizio. Tra le provvide cure di Sua Maestà. Bologna: Il Mulino 2005., p. 63). La istituzione dei collegi in ogni Provincia del Regno, con la definizione delle relative materie curricolari (1807), era finalizzata ad impartire gli elementi culturali di base ai quadri della futura classe dirigente. L’assetto dell’università, in quanto da sempre pubblica nel Regno di Napoli, non subì grosse variazioni: alla istituzione accademica venne affidata, in modo precipuo, la cura della formazione professionale degli allievi, prima ancora dell’attività di ricerca (1806)3 3 Decreto 15 agosto 1806, in Collezione delle leggi, de’ decreti e di atti riguardanti la pubblica istruzione promulgati nel già Reame di Napoli dall’anno 1806 in poi (1861-1863), (d’ora in poi, CLDAPI). .

In materia di pubblica istruzione il governo di Giuseppe Bonaparte non poté procedere oltre: il nuovo sistema di pubblica istruzione francese fu varato con i decreti applicativi nel 1808, anno stesso della sua partenza per Madrid, lasciando tuttavia in eredità al suo successore Gioacchino Murat una riforma dello stato e una impostazione dell’ordinamento scolastico che costituivano il necessario presupposto per poter applicare anche nel Napoletano il modello dell’Univerité impériale.

Per favorire il necessario adeguamento al modello francese, a seguito dei decreti del 1808, negli stati satelliti dell’Impero francese vennero istituite, a partire dal 1809, le Commissioni di pubblica istruzione incaricate di formulare i decreti applicativi della riforma: Giuseppe Bonaparte la istituì in Spagna, Luigi Bonaparte nel Regno d’Olanda, Gioacchino Murat in quello di Napoli e provvedimenti analoghi comparvero anche nel Ducato di Varsavia (BOUTON, 2004).

È noto il complesso iter che portò alla firma, nel 1811, del Decreto organico per la pubblica istruzione4 4 Decreto 29 novembre 1811 in CLDAPI, 1861-1863, Vol. 1, pp. 230-238. del Regno di Napoli - risultato del compromesso tra l’impostazione espressa da Vincenzo Cuoco e le posizioni rivendicate dal ministro degli Interni Giuseppe Zurlo (ZAZO, 1924ZAZO, Alfredo. Le riforme scolastiche di G. Murat. Rivista pedagogica, III, p. 227-235, 1924.) - attraverso cui si stabiliva, in modo esplicito ed inequivocabile, di collocare l’istruzione pubblica «sotto il controllo e la vigilanza del governo»; essa doveva essere impartita nell’Università di Napoli, nei licei e negli «altri stabilimenti d’istruzione» (art. 2). Finalmente, il Decreto Organico, nell’elencare la serie di provvedimenti, anteponeva un concetto chiaro e categorico non assoggettabile ideologicamente, né eludibile nella sostanza, che si pose come uno spartiacque tra la scuola pubblica dello stato del XIX secolo e la scuola aperta al pubblico - ma gestita da ordini e congregazioni religiose, diocesi o privati cittadini - dei secoli precedenti.

Nell’ambito di questa fondazione dell’istruzione pubblica, il Decreto Organico introduceva espressamente due gradi di scuole secondarie e prevedeva di impartire il primo grado delle scuole secondarie: «1. in quei collegi reali quali non saranno convertiti in licei; 2. nei simili stabilimenti che si faranno dai comuni o dai particolari». Il vincolo assegnato era quello di prevedere «almeno quattro professori, cioè due di grammatica, uno di retorica, ed uno di filosofia e matematiche» (Titolo III, Collegi, art. 13). In questo grado includeva anche i seminari, sia pur dipendenti dall’autorità diocesana (ibidem, art. 14). Il secondo grado era costituito dal Liceo, articolato in quattro diversi indirizzi universitari: letterario, matematico, medico, giuridico (Titolo IV, Licei, art. 18), lasciando comuni ai quattro indirizzi le materie impartite nei collegi: Grammatica, Umanità, Retorica, Filosofia, Matematica e Fisica, idonee a fornire agli studenti gli elementi culturali della formazione (ibidem, art. 16).

L’ultimo e fondamentale provvedimento, chiave di volta del sistema napoleonico, revocava tutti i privilegi di conferire i gradi, concessi agli antichi Collegi dei Dottori e istituiva i tre gradi accademici - approvazione, licenza e laurea5 5 I tre gradi corrispondevano a quelli francesi, rispettivamente: baccalauréat, licence e doctorat. - affidandoli esclusivamente all’Università (Titolo VI, Gradi delle facoltà).

Avocati la gestione, il controllo e la vigilanza dell’istruzione allo Stato; creato il settore primario e secondario; riorganizzato quello universitario, cui si assegnava il controllo dei gradi accademici per il conseguimento del titolo di studio, il sistema venne coronato, sulle tracce del regolamento francese, dal Regolamento per la collocazione de’ gradi delle facoltà6 6 Decreto 1 gennaio 1812 in CLDAPI, vol. 1, pp. 239-257. , fondamentale atto che permetteva di correlare il titolo di studio alle carriere e alle professioni, ponendo fine all’epoca delle corporazioni d’arte e dei collegi delle professioni.

La restaurazione dei Borboni, alla fine del 1815, rappresentò, nonostante tutto, un momento di continuità rispetto alle questioni fin qui trattate: riconfermata l’impostazione del sistema della pubblica istruzione istituito nel Decennio, con gli Statuti pei reali licei, collegj e scuole secondarie (1816) si provvide al definitivo e dettagliato assetto del settore secondario7 7 Decreto 14 febbraio 1816, in CLDAPI, vol. 1, pp. 365-420; Gli Statuti furono organizzati sulla falsariga dei Regolamenti pei Licei, collegi e scuole secondarie varati dai Napoleonidi nel 1812. . Unica novità di rilievo riguardò l'istituzione di un corpo ispettivo. Aboliti i Giury di Revisione e i Giury d’esame, venne creato un corpo ispettivo costituito, a livello centrale, da dodici funzionari, gli Ispettori della Pubblica Istruzione, «destinati per vegliare alla esecuzione degli statuti e regolamenti de’ reali Licei e Collegi, delle Scuole Secondarie del Regno, come pure per attendere alla disciplina, agli insegnamenti de’ pensionati e delle scuole private»8 8 Istruzione per gli ispettori generali della Pubblica Istruzione, in CLDAPI, vol. 1, pp. 361-364. . A livello periferico, vennero nominati ispettori di distretto e di circondario per il controllo e la vigilanza delle scuole primarie, e si attribuirono agli intendenti, coadiuvati dai sottintendenti, le funzioni di promozione, gestione e controllo della Pubblica Istruzione sul territorio. In tal modo venne costituito un canale amministrativo diretto tra centro e periferia, mediante l’utilizzo di funzionari pubblici, ruotante intorno all’intendente quale rappresentante dello Stato.

I LIBRI DI TESTO PER LE SCUOLE DEL REGNO

All’interno di questi mutamenti i Napoleonidi vollero perseguire prioritariamente l’obiettivo di normalizzare e omogeneizzare nelle scuole primarie e secondarie la formazione culturale e scientifica della gioventù. I libri di testo9 9 Per quanto riguarda la manualistica scolastica circolante in quel periodo non disponiamo di molti studi. Tra di essi si veda M. Viola (1998). furono considerati lo strumento principale di modernizzazione didattica, per uniformare metodi e contenuti dell’insegnamento e, di conseguenza, la loro scelta fu fatta rientrare nelle competenze dello Stato: «Ad ottener l’uniformità nell’istruzione giova più che ogni altra istituzione, la cura di non permettere nelle scuole libri elementari, se non sono stati approvati dalla pubblica autorità» avrebbe ricordato Vincenzo Cuoco nel rapporto e nel progetto di legge presentati nel 181110 10 Rapporto e progetto di legge fatto nel 1811 dalla Commissione straordinaria, in CLDAPI, 1861, vol. 1, pp. 92-93. .

Durante il biennio giuseppino (1806-1808) l’esigenza di adottare gli stessi testi in tutte le scuole del Regno si tradusse «in saltuarie commesse governative a editori e stampatori, prive di una organica programmazione» (TROMBETTA, 2011TROMBETTA, Vincenzo. L'editoria a Napoli nel Decennio francese. Produzione libraria e stampa periodica tra Stato e imprenditoria privata (1806-1815). Milano: FrancoAngeli, 2011.). Solo con la riforma organica avviata nel 1811, il governo murattiano poté approntare un programma editoriale di più vasta portata per garantire l’omogeneità dell’insegnamento, che si sostanziò in un organico piano di pubblicazioni di testi scolastici: le ‘collezioni economiche’, da destinare a tutti gli scolari del Regno, basate su curatele scientifiche e prezzi modesti.

Nel 1811 il ministro Giuseppe Zurlo delegò Joseph Bonnefond - già ‘visitatore generale de’ Reali Collegi ed altri stabilimenti di pubblica istruzione’ - a istituire una commissione per la scelta dei libri di testo da adottare nelle scuole del Regno. Bonnefond si avvalse inizialmente della collaborazione del Giury di Revisione di Napoli, e dei Giury d’Esame delle provincie del Regno, allargando poi la cerchia ad affermati docenti universitari e rinomati teologi (PALLADINO, 2015PALLADINO, Florindo. Scuola e società nel Meridione preunitario. Istruzione secondaria e formazione delle élites dirigenti in Molise (1806-1848), Macerata: EUM , 2015. ).

Nella seduta del Giury di Revisione del 30 gennaio 1812, al termine di quasi due anni di lavoro, vennero finalmente ratificate le scelte effettuate:

Fra’ Greci: la Silloge contenenti i pezzi scelti de’ Classici Greci Prosatori, e Poeti. Omero. Fra’ Latini: Cicerone Lettere scelte, Dialoghi de amicizia, de senectude, de legibus, i libri de Officis, e le orazioni scelte; Cornelio Nepote; Cesare Commentarj Sallustio, Livio e Tacito: narrazioni e concioni scelte: Fedro; Catullo, Tibullo, Properzio purgati; Ovidio metamorfosi scelte; Virgilio, ecloghe, georgiche, Eneide episodj, ed altri pezzi scelti; Terenzio, e Plauto pezzi scelti; Orazio Satire, lettere, odi, ed arte poetica. E pe’ trattati elementari: Il Catechismo all’uso della Chiesa di Francia ristampato in Napoli per intero; Le Grammatiche Greca, e Latina, e la Logica di Portoreale; Quintiliano, ed altri istitutori di belle lettere; La geometria piana e solida di Euclide; I teoremi di Archimedi, e la matematica analitica del Francoeur Confidandosi poi l’intero Giury a’ lumi de’ membri di ciascuna delle tre sezioni hanno rimesse a ciascuna di esse la scelta de’ migliori elementi di Mitologia e Cronologia; di Geografia antica, e moderna; di Storia Greca, e Romana; di antichità greche: di Metafisica; di Diritto di natura; di Fisica; come anche delle Grammatiche, sì Italiane, che Francesi; de’ Dizionari latini, greci e francesi […]. Ha inviato pure la sezione delle belle lettere a scegliere i più bei bezzi de’ classici italiani, e francesi, notando particolarmente per questi ultimi il discorso della Storia Universale di Bousset, il piccolo quaresimale di Massillon, il Telemaco, e le opere di Boilleau, il Moliere, e di Racine. Ha desiderato pure, che oltre il catechismo dell’Impero Francese entrassero nelle collezioni economiche le parti le più interessanti del Catechismo di Fleury, il Trattato su’ costumi degli Israeliti dello stesso autore, e la Bibbia di Royaumont. Vedendo con dispiacere il Giury che non possono entrare nelle collezioni economiche certi autori classici latini, le cui opere non sono perfette come quelle degli autori sopraindicati, ha espresso per tutte volte la sua brama, acciocché almeno, per dare a’ giovanetti un’idea più compiuta della storia antica, si faccia entrare sulle surriferite collezioni quello che la sezione delle belle lettere giudicherà più proprio all’oggetto tanto di Giustino, che di Quintino Curzio (trascritto in TROMBETTA, 2011TROMBETTA, Vincenzo. L'editoria a Napoli nel Decennio francese. Produzione libraria e stampa periodica tra Stato e imprenditoria privata (1806-1815). Milano: FrancoAngeli, 2011., p. 217).

Ulteriori e più dettagliate indicazioni, furono fornite da Matteo GaldiGALDI, Matteo. Rapporto sullo Stato attuale dell’Istruzione pubblica nel Regno di Napoli, Napoli: Stamperia Reale s.d. [ma 1814]., Direttore della Commissione di Pubblica Istruzione, nel suo Rapporto sullo Stato attuale dell’Istruzione pubblica nel Regno di Napoli pubblicato nel 1814.

Per quanto riguardava le istituzioni collegiali, il rapporto indicava i classici greci da introdurre e utilizzare nelle scuole: Omero, Demostene, Pindaro, Senofonte, i dialoghi di Luciano e gli ex-cerpta di lirici e tragici. Per la Retorica e la Poetica, erano previsti il Corso di Belle lettere di Hugh Blair, tradotto dal Soave, oltre alle Opere di Cicerone e alle Istituzioni di Quintiliano per la parte retorica e i testi di Aristotele e di Orazio per la Poetica. Per la Geografia moderna i testi in circolazione nei collegi erano rappresentati dalle Istituzioni di Geografia Fisica e Politica di Luigi Galanti e per l’antica alla Geographie ancienne di Jean Baptist Bourguignon d’Anville. Per la Storia greca e romana erano state introdotte le opere di Livio, Tacito, Dionigi, Senofonte, Tuicidide e Plutarco. Per le Matematiche, si rimandava alla Geometria elementare, al Trattato di Geodesia del Flauti e ai testi di Felice Giannattasio, mente veniva annunciata la compilazione di un manuale di Fisica, a cura di Gabriele Grimaldi.

Per quanto riguardava le istituzioni liceali, il Rapporto prescriveva i testi da introdurre articolandoli secondo le diverse facoltà. Così, per le cattedre di Procedura civile e criminale erano indicate le Istituzioni di Giustiniano, le Antichità romane di Johanne Heinecke e i lavori di Giovan Vincenzo Gravina. Per la cattedra di Medicina il Galdi intendeva spronare i docenti della Regia Università di Napoli a fornire testi che presentassero un «corpo di dottrina», utile per colmare una grave lacuna a suo dire europea.

Per le scuole primarie, il Rapporto di Galdi precisava le caratteristiche che dovevano assumere le collezioni economiche. La collezione era composta da tre volumetti: il primo contenente gli elementi per imparare a leggere e scrivere, con acclusi brevi appunti di morale e di storia, utili anche per approntare gli esercizi di scrittura e letture; il secondo contenente il Catechismo di morale e di religione adottato dal governo, finalizzato ad educare «il buon cittadino, il buon padre di famiglia, il buon suddito»; infine, il terzo volume dedicato agli elementi base di aritmetica teorica e pratica. Oltre ai tre volumetti della collezione economica, si prescriveva il Galateo di Monsignor della Casa, in edizione ridotta. Per la classe seconda, il Galdi annunciava la pubblicazione, di lì a poco, di una sintetica grammatica italiana e di una corrispondente grammatica latina arricchita di passi scelti di autori latini del «miglior secolo», con traduzione italiana a fronte. La scelta veniva giustificata con la necessità di approntare strumenti per consentire a coloro che intendevano continuare gli studi, di ricevere gli elementi di base. A completamento del corso primario, si prevedeva la stampa di una succinta Descrizione storica e geografica del Regno, e un conciso Catechismo di arti e di agricoltura, necessari alla «più numerosa classe del popolo» per «avere più esatta cura de’ propri interessi, che per conoscere ed eseguire i propri doveri». La pubblicazione delle opere per i collegi, i licei e le scuole secondarie, attraverso le collezioni economiche, appariva, comunque, piuttosto complessa: fatte salve alcune ottime edizioni già circolanti di classici latini, il resto dei testi scelti dalla commissione avrebbe richiesto tempi più lunghi, necessari per ultimare gli apparati critici degli autori classici e fornire collane all’altezza delle migliori edizioni europee: «noi non saremo così lenti - chiosava Galdi - ma non così rapidi da voler sacrificare il nazionale decoro all’impazienza, lodevole bensì, ma poco letteraria di chi vorrebbe tutto compiuto all’istante».

Le vicende politiche non permisero di portare a termine il lavoro avviato, ma la prospettiva di assicurare una produzione sul modello delle collezioni economiche non si esaurì con la fine del regime francese: mutata la dizione in ‘libri didascalici’, l’intero progetto venne ripreso, riproposto e completato dai Borboni, rendendolo organico con l’assetto dell’ordinamento secondario definito con gli Statuti pei reali licei, collegj e scuole secondarie11 11 Decreto 14 febbraio 1816, in CLDAPI, vol. 1, pp. 365-420. (1816). L’ordinamento era articolato in cattedre. Le prime sei cattedre del piano di studi fornivano gli elementi culturali della formazione, imperniata sulla tradizione umanistica strutturata nei tre corsi progressivi di Grammatica, Umanità e Retorica. Solo dopo questo apprendistato letterario, seguivano i più ‘astratti’ contenuti della settima e ottava cattedra: Filosofia, Matematica e Fisica, con le quali si chiudeva il corso collegiale. Le successive 8 cattedre raggruppavano più propriamente gli insegnamenti liceali di grado universitario e professionalizzanti, forniti dal corso di studi giuridico, medico o scientifico; mentre il quarto indirizzo, quello letterario, già abbondantemente assorbito nella formazione generale, non necessitava di una ulteriore cattedra tra quelle universitarie.

In questa cornice si provvide a indicare autori e testi da adottare nei collegi e licei del Regno (tabella 1):

Tabella 1:
Autori e testi da adottare nei Licei e Collegi del Regno.

Come si evince da una comparazione tra gli autori e i testi proposti nel Decennio e quelli proposti dal restaurato governo borbonico, autori e testi restarono pressoché i medesimi, segno che l’impianto culturale della riforma scolastica avviata dai francesi possedeva una fondata valenza pedagogica, non eludibile nella sostanza, modellata sulla tradizione umanistica impostata dai Gesuiti (PALLADINO, 2015PALLADINO, Florindo. Scuola e società nel Meridione preunitario. Istruzione secondaria e formazione delle élites dirigenti in Molise (1806-1848), Macerata: EUM , 2015. ).

L’EDITORIA SCOLASTICO-EDUCATIVA

È all’interno di questo più ampio contesto di cambiamenti del quadro istituzionale relativo alla istruzione che si collocano anche le vicende della evoluzione del mercato tipografico editoriale. La struttura editoriale ereditata dai Napoleonidi si presentava sorprendentemente solida e al contempo flessibile. Come ha rilevato Trombetta (2011TROMBETTA, Vincenzo. L'editoria a Napoli nel Decennio francese. Produzione libraria e stampa periodica tra Stato e imprenditoria privata (1806-1815). Milano: FrancoAngeli, 2011.), le aziende tipografiche, sviluppatesi e consolidatesi nel contesto della cultura settecentesca profondamente innervata da istanze riformiste, all’indomani della caduta della Repubblica Partenopea, avevano dimostrato un’insospettabile capacità di adattamento al ripristinato scenario politico12 12 Lo studioso ha rilevato la presenza di 136 imprese tipografico-editoriali attive nella sola Napoli durante il Decennio, un comparto che si afferma tra i principali poli dell’editoria italiana, con le sue 1200 edizioni pubblicate tra il 1806 e il 1814. . La Riforma del sistema d’istruzione permise la naturale osmosi tra organismi preposti all’istruzione e le aziende tipografiche, con la creazione di un più ampio mercato dell’editoria scolastica, in parte occupato dall’editoria di Stato e in parte da editori e tipografi privati che seppero approfittare dell’occasione che si venne a creare con la maggiore apertura del mercato.

Il nevralgico settore dell’editoria scolastica di Stato era rappresentato dalla Stamperia Reale. Istituita da Carlo di Borbone per la produzione di documenti di natura burocratica e per la celebrazione di eventi di corte, la Stamperia, rammodernata, avrebbe dovuto costituire negli intenti del governo francese il polo statale dell'editoria culturale, destinata ai bisogni delle riformate istituzioni culturali: scuole, conservatori, biblioteche, musei e accademie. In realtà, la Stamperia Reale patì la concorrenza del settore privato, spesso e volentieri favorita dallo stesso governo, con concessioni di privative che toglievano risorse fondamentali all’attività dello stabilimento pubblico, come denunciava il direttore Francesco Daniele nel 1809:

Tutte le stampe del Governo si fanno da Stampatori privati con un pagamento immenso, che se si facessero qui, il Re non solo spenderebbe nulla per lo mantenimento di questo stabilimento, ma avrebbe un fondo ricchissimo [e] per quanto abbia io scritto, rappresentato, gridato, ostinatamente si è voluto sostenere privati Stampatori in pregiudizio della R. Stamperia (trascritto in TROMBETTA, 2011TROMBETTA, Vincenzo. L'editoria a Napoli nel Decennio francese. Produzione libraria e stampa periodica tra Stato e imprenditoria privata (1806-1815). Milano: FrancoAngeli, 2011., p. 158).

Nel 1810, i rilievi del Danieli vennero finalmente accolti dal governo, e in particolare da Giuseppe Zurlo, da poco nominato ministro dell’Interno, il quale con lungimiranza cercò di trasformare la Stamperia in uno stabilimento addetto al servizio comune, ritenendo che tale svolta potesse costituire un beneficio anche per il progresso dell’editoria privata:

I nostri privati Stampatori abbandonato quel traffico che han fatto finora col Governo, sceglieranno la via migliore, quella cioè di procacciarsi la fama; e guadagno in due maniere. La prima con accattivarsi l’animo degli autori viventi, come faceva non ha guari tra noi l’ottimo stampatore Paolo de Simone, la cui officina era una vera Accademia e colle facilitazioni che accordava a’ Letterari, fece uscire da’ suoi torchi tante belle opere, che forse i letterati medesimi avrebbero lasciate manoscritte. La seconda con riprodurre tante opere classiche, della quale mancano le copie, o conviene procurarsi a gravissime spese, non ostante che dovrebbero andare tralle mani di tutti. Prova evidente che l’attuale sistema nuoce all’arte tipografica, è quella che niuno de’ nostri stampatori si fiderebbe di stampare un libro greco, e forse ancora non si fiderebbe di riprodurre corretto un classico latino, o toscano. Son essi dunque fuori di cammino, e se il Governo continuasse a favorire le loro speculazioni contro se stesso, lo sarebbero irreparabilmente e per sempre (trascritto in TROMBETTA, 2011TROMBETTA, Vincenzo. L'editoria a Napoli nel Decennio francese. Produzione libraria e stampa periodica tra Stato e imprenditoria privata (1806-1815). Milano: FrancoAngeli, 2011., p. 169).

Nel piano di Zurlo, la Stamperia Reale doveva costituire il polo dell’editoriale scolastico-educativo, con la pubblicazione innanzitutto dei libri di testo ad uso delle scuole del regno; il progetto, però, si scontrava con i forti interessi privati, incentivati da sicure vendite e facili guadagni, concretizzati intorno alla Stamperia della Pubblica Istruzione.

La Stamperia della Pubblica Istruzione fu fondata nel 1812 con capitali privati raccolti in società per fiancheggiare l’opera della Direzione generale della Pubblica Istruzione con l’intento di fornire a tutti gli allievi delle scuole primarie e dei collegi del regno i testi necessari allo svolgimento dei corsi. A un tale programma si oppose il ministro Zurlo, che, nell’intento di rilanciare la pubblica Stamperia reale, ottenne nel 1814 - ormai al termine dell’esperienza francese - la chiusura della Stamperia della Pubblica Istruzione. Sebbene ebbe vita breve, nei due anni in cui fu attiva la Stamperia pubblicò numerosi titoli per la scuola primaria e secondaria, nonché titoli specificamente rivolti al comparto superiore dei Licei da poco fondati.

La presenza privata nel comparto dell’editoria scolastica, che risentì durante il Decennio «di incertezze e di incongruenze dettate da un’ambigua sovrapposizione di competenze tra soggetto pubblico e imprenditoria privata» (TROMBETTA 2011TROMBETTA, Vincenzo. L'editoria a Napoli nel Decennio francese. Produzione libraria e stampa periodica tra Stato e imprenditoria privata (1806-1815). Milano: FrancoAngeli, 2011., p. 140), si rafforzò notevolmente negli anni di governo Borbonico, sino a raggiungere l’apice negli anni Trenta, con una politica editoriale incentrata all’assistenza economica riservata ad editori e tipografi.

Nel periodo compreso tra il 1806 e il 1820 sono stati censiti 32 tipografi ed editori specializzati nell’ambito scolastico-educativo, operanti nel Regno di Napoli (1806-1815), nel Regno di Sicilia (1806-1815) e nel Regno delle Due Sicilie (1816-1820), con una geografia produttiva disomogenea tra i diversi territori (Tabella 2).

Tabella 2:
Distribuzione geografica Tipografi/Editori (1806-1820).

I dati dimostrano come l’attività editoriale rimase relegata alle capitali dei regni e fu quasi del tutto assente nelle provincie, le quali erano prive di un tessuto produttivo ma non di un mercato scolastico.

Delle 32 aziende censite, 14 furono fondate prima del 1806, 10 tra il 1806 e il 1815, e le restanti 8 tra il 1816-1820 (Tabella 3).

Tabella 3:
Tipografi/editori/Librai.

Relativamente all’area continentale, la rilevazione restituisce la fisionomia di un mestiere già rilevata dagli studi di Trombetta, che conserva tratti dell’antico regime tipografico, come il carattere familiare dell’impresa e la figura, ancora indistinta, dello stampatore, ora editore e, talvolta, pure librario: «La duplicità dei ruoli riassunti nel numero dei soggetti censiti… delinea, altresì, una nuova categoria di imprenditori…che, cogliendo la favorevole temperie politica e culturale si affianca alle note prosapie di stampatori settecenteschi tuttora presenti… sovvertendo consolidate gerarchie e conquistando, in tempi assai rapidi, un ruolo di eccellenza nel panorama editoriale» (TROMBETTA, 2011TROMBETTA, Vincenzo. L'editoria a Napoli nel Decennio francese. Produzione libraria e stampa periodica tra Stato e imprenditoria privata (1806-1815). Milano: FrancoAngeli, 2011., p. 55). Tra di essi, una posizione di rilievo fu occupata da Angelo Trani, che avviò l’attività tipografica nel 1808 e, nel giro di pochi anni, riuscì a conquistare un’ampia parte del mercato editoriale, con una produzione versatile in grado di corrispondere alle più disparate esigenze. Relativamente al settore scolastico, meritano di essere ricordate la pubblicazione de Le Regole di buon costume tratte da Monsignor della Casa (1808), riedite nel 1811 con un diverso titolo, e le Novelle morali ad uso della Gioventù di padre Francesco Soave (1811) e il Catechismo grammaticale ossia principj della grammatica italiana per uso de’ giovanetti che imparano a leggere e scrivere (1810); ma anche l’esperienza della ‘Biblioteca d’istruzione’. Lavori prodotti e circolati prima che il governo francese affidasse all’azienda gli impegni per la pubblicazione delle prime edizioni delle ‘collezioni economiche’, commesse che gli consentirono di primeggiare tra gli imprenditori del settore, grazie alle ampie tirature. Nel catalogo di Angelo Trani sono presenti libri di testo per le scuole primarie e secondarie, con una manualistica che spaziava dalle grammatiche ai classici, dai manuali giuridici ai manuali tecnico-scentifici. Tra di essi spiccavano, certamente, il Catechismo di religione e di doveri sociali ad uso delle scuole e i classici latini13 13 Tra di essi Cicero, Marcus Tullius 1: M. Tullii Ciceronis Epistolae e libris Ad familiares, et Ad Atticum selectae accedunt; Phaedri Fabularum libri duo priores cum notis in usum scholarum Regni Neapolitani infimae latinitatis. Tomus primus , Neapoli : ex typis Angeli Trani, 1812; Phaedrus, Phaedri liberti augusti Fabularum Aesopiarum libri quinque accedunt illae a Gudio editae cum notis in usum scholarum Regni Neapolitani infimae latinitatis. Tomus tertius, Neapoli : ex typis Angeli Trani, 1812; Cornelius Nepos, Cornelii Nepotis Vitae excellentium imperatorum cum notis in usum scholarum Regni Neapolitani infimae latinitatis, Tomus secundus , Neapoli : ex typis Angeli Trani, 1812. .

Di eguale importanza ma di diverso spessore fu l’attività della tipografia editrice Gaetano Nobile (SIRIGNANO, 2004SIRIGNANO, Fabrizio Manuel. Sangiacomo Domenico. In: CHIOSSO, Giorgio (a cura di). TESEO. Tipografi e editori scolastico-educativi dell’Ottocento. Milano: Editrice Bibliografica , 2004, ad vocem.), fondata nei primissimi anni dell’Ottocento. Gaetano Nobile era un appassionato cultore dell’arte della stampa, tanto da curare in maniera esemplare le edizioni grazie a macchinari all’avanguardia per il tempo. Si distinse anche per aver contribuito in modo significativo alla diffusione dei libri illustrati. Nell’intensa e variegata produzione della Tipografia Nobile, non mancarono i testi scolastici, con un catalogo tra i più ricchi del periodo, con opere destinate all’istruzione primaria, secondaria e universitaria. Nell’intensa produzione della tipografia napoletana, lo spazio riservato alle edizioni scolastiche e all’istruzione popolare si registrò sin dalle origini con pubblicazioni come il Compendio di igiene, ovvero precetti generali per conservare la santità e prolungare la vita utile a tutte le classi di persone, di Audin Rouvière (1804); la grammatica Arte di scrivere per uso de’ giovanetti di Vincenzo De Muro (1805); numerose pubblicazioni di matematica per le scuole di ogni ordine e grado come, ad esempio, Elementi di geometria piana di A. Di Ciò (1811); le Istituzioni di aritmetica pratica, ossia nuova contabilità del sistema decimale francese di L. Gessari (1812); ma pure scritti di storia e di geografia come, ad esempio, Pensieri sulla storia e sulla incertezza ed inutilità della medesima di Melchiorre Delfico (1814) e l’Introduzione alla geografia di S. Della Piaggina (1817).

Tra le imprese che acquisirono una posizione di rilievo nel panorama editoriale napoletano va pure menzionata l’azienda tipografica di Sangiacomo (SIRIGNANO, 2004SIRIGNANO, Fabrizio Manuel. Sangiacomo Domenico. In: CHIOSSO, Giorgio (a cura di). TESEO. Tipografi e editori scolastico-educativi dell’Ottocento. Milano: Editrice Bibliografica , 2004, ad vocem.), che attesta una vocazione non provinciale dell’attività editoriale, occupando il redditizio settore della traduzione di opere straniere, soprattutto di area francese. Avviata tra il 1800 e il 1801, si distinse per la stampa di materiale didattico destinato al settore secondario e universitario, annoverando nel catalogo oltre un centinaio di opere di filosofia, letteratura e medicina. Le pubblicazioni per l’educazione furono, nel complesso, un genere minoritario per lo più circoscritto ai primi anni di esperienza. Spiccavano, per l’importanza degli autori, la Logica per i giovanetti di Antonio Genovesi e un’edizione in francese del Télémaque del Fénelon (1802). Le principali discipline interessate furono l’aritmetica, per la quale editò Elementi di aritmetica pe’ giovanetti e Le principali operazioni dell’aritmetica per le fanciulle di Vito Buonsanto, (1810), accanto a testi espressione del vitale mondo delle scuole private, come Gli elementi di geometria piana composti da Vito Caravelli. Ma editò anche altri lavori del padre domenicano Buonsanto che proprio durante gli anni del decennio francese prestò un maggiore e diretto impegno sul versante educativo, attraverso iniziative rivolte soprattutto alla istruzione primaria, grazie anche alla massima considerazione del governo. Tra essi quella Etica iconologia per formare il cuore de’ giovanetti, (1808) considerata l’opera più rappresentativa del pensiero pedagogico del Buonsanto e che avrebbe trovato circolazione e diffusione per molti decenni (BARAUSSE, 2014BARASUSSE, Alberto. Vito Buonsanto. In: CHIOSSO, Giorgio (a cura di). Il Dizionario Biografico dell’Educazione: 1800-2000. Milano: Editrice Bibliografica, 2014, ad vocem.).

Tra gli stampatori settecenteschi che riuscirono a cogliere l’occasione politica e culturale offerta dal Decennio, spicca Vincenzo Orsini (SIRIGNANO, 2004SIRIGNANO, Fabrizio Manuel. Sangiacomo Domenico. In: CHIOSSO, Giorgio (a cura di). TESEO. Tipografi e editori scolastico-educativi dell’Ottocento. Milano: Editrice Bibliografica , 2004, ad vocem.) che seppe rammodernare la sua attività con ingenti investimenti tali da consentirgli di raggiungere una posizione leader nel campo editoriale, non tralasciando di attraversare il mercato del libro di testo con la pubblicazione di opere per la scuola primaria e secondaria, di natura umanistica e scientifica. Ma tra gli editori e tipografi che aprirono i battenti all’indomani dell’ascesa francese, Gennaro Reale fu di certo il più importante, affermandosi con un robusto e diversificato catalogo scolastico che attesta un’attività spesso caratterizzata da un impegno editoriale più che tipografico. Come è stato documentato, i titoli destinati ad arricchire il catalogo ‘scolastico’ furono numerosi toccando gli ambiti disciplinari della geografia, della grammatica, del latino, della matematica, della storia, e della storia sacra14 14 Reale Gennaro, TESEO, cit., ad vocem. . Tra di essi spiccano il Compendio del nuovo metodo per apprendere la lingua latina di Claude Lancelot (1806), la Grammatica ragionata della lingua italiana di Soave (1807), i testi di geografia come gli Elementi di cosmografia, cronologia, storia e geografia antica e moderna di Giovanni Perrotti (1812) e il Compendio di geografia moderna ad uso della gioventù di Giuseppe Stefano Reitmeir (1816); i testi di matematica, tra i quali ricordiamo gli Elementi di matematica di Lodovico Marrano (1808) e l’Aritmetica di Giuseppe Rosati (1808).

Le cinque aziende fin qui menzionate rappresentano il fiore all’occhiello dell’editoria napoletana, annoverate tra le sette aziende che produssero, nell’insieme, il quaranta per cento del totale dei libri stampati durante il Decennio: un successo garantito da una gestione imprenditoriale della filiera produttiva. Tra le imprese di più modeste dimensioni, ma sicuramente tra le più attive nel campo dell’editoria scolastica, ci fu la Tipografia Di Napoli (SEPE, 2004SEPE, A. Di Napoli Raffaele, In: CHIOSSO, Giorgio (a cura di). TESEO. Tipografi e editori scolastico-educativi dell’Ottocento. Milano: Editrice Bibliografica , 2004, ad vocem.), fondata nel 1810, la quale si distinse per l’impegno in prevalenza proprio verso il settore scolastico, principalmente secondario e universitario, con la pubblicazione di manuali, alcuni dei quali tradotti dal francese, e classici della letteratura italiana e straniera, accanto a scritti religiosi e devozionali. Le restanti tipografie, censite per l’aria continentale (Tabella 3), si caratterizzarono per una conduzione di tipo familiare e una produzione eclettica limitata all’ambito locale, disposte a stampare, per sopravvivere, opere di facile consumo, incluso qualche testo di uso scolastico. Faceva eccezione, per dimensioni, la tipografia di Domenico Chianese (SIRIGNANO, 2004SIRIGNANO, Fabrizio Manuel. Sangiacomo Domenico. In: CHIOSSO, Giorgio (a cura di). TESEO. Tipografi e editori scolastico-educativi dell’Ottocento. Milano: Editrice Bibliografica , 2004, ad vocem.), fondata nel 1774, ma il cui apporto in campo educativo, tra il 1806 e il 1820, fu alquanto modesto. Tra le varie esperienze, infine, merita di essere segnalata l’impresa di Baldassarre Borel (SEPE, 2004SEPE, A. Borel e Bompard, In: CHIOSSO, Giorgio (a cura di). TESEO. Tipografi e editori scolastico-educativi dell’Ottocento. Milano: Editrice Bibliografica , 2004, ad vocem. ) la cui importanza, per il periodo considerato, non va ricercata tanto nell’attività editoriale e tipografica, che in campo scolastico si sviluppò solo a partire dagli anni Trenta, ma per quella di libraio: potendo contare su circa 160 corrispondenti da Parigi e in affare con tipografi e librai milanesi, Borel rappresentò il punto di riferimento per gli istituti scolastici dell’area continentale.

Tra le imprese tipografico-editoriali più coinvolte nella produzione dei libri didascalici, a seguito dei nuovi provvedimenti introdotti nel 1816, uno spazio significativo fu occupato anche dal tipografo libraio Gabriele Porcelli, il quale diede alle stampe diverse edizioni della manualistica per le scuole primari, tra cui il Catechismo della dottrina cristiana de’ doveri sociali, i Doveri sociali per uso delle scuole normali ne’ domini di S.M. Siciliana o ancora i Principj di aritmetica per uso delle scuole primarie del regno dirette con metodo normale e le Istruzioni di agricoltura per le scuole primarie del Regno (1816), insieme alla manualistica per i collegi e i licei tra cui ricordiamo il Nuovo metodo de’ signori di Porto-Reale per imparare con facilità, ed in poco tempo la lingua greca, tradotta dal francese e la Logica od i primi erudimenti della filosofia composti per la gioventù dal padre domenicano Gorgonio Gorgnoni (1820).

L’analisi sin qui condotta assume connotati diversi quando si passa a considerare l’area siciliana, che fu caratterizzata dalla presenza della Stamperia Reale con sede a Palermo, la quale esercitò una posizione dominante condizionando fortemente, e diversamente da Napoli, lo sviluppo dell’editoria locale.

Fondata nel 1799 da Francesco IV di Borbone, per affiancare le attività della Deputazione degli Studi e dell’Amministrazione governativa, la Stamperia fu sin dall’inizio cautelata da una protezione legislativa che raggiunse la sua massima espressione nel 1820, allorché le fu accordata con decreto, la privativa di stampare e vendere tutti i libri d’istruzione per le scuole. Sotto la direzione di Gregorio Speciale - già rettore del collegio dei nobili ‘Real Ferdiando’ di Palermo - si operò una scelta di testi classici, sia greci che latini, come italiani e francesi, e si crearono, al contempo, opere compendiate con edizioni assai curate ad uso delle scuole pubbliche che nel loro complesso avrebbero individuato l’insieme dei libri di testo destinati alla consacrazione ufficiale per le scuole siciliane per buona parte del primo ‘800 (TODARO, 2004TODARO, Letterio. Letterio Stamperia Reale, In: CHIOSSO, Giorgio (a cura di). TESEO. Tipografi e editori scolastico-educativi dell’Ottocento. Milano: Editrice Bibliografica , 2004, ad vocem.).

In questo contesto, l’interesse verso l’editoria scolastica fu minima nel periodo da noi considerato: i tipografi-editori (Tabella 3) dovettero soprattutto ripiegare sul commercio e l’importazione di libri provenienti dal resto degli Stati italiani e da Napoli, piuttosto che sull’attività tipografica ed editoriale.

Emblematica, al riguardo, è l’esperienza di Giovanni Pedone Lauriel (TUMINO, 2004TUMINO, Raffaele. Solli Filippo. In: CHIOSSO, Giorgio (a cura di). TESEO. Tipografi e editori scolastico-educativi dell’Ottocento. Milano: Editrice Bibliografica , 2004, ad vocem.), ricordato dal filosofo Giovanni Gentile come l’editore benemerito di tutti i gli scrittori di Palermo nella seconda metà del XIX secolo, attività editoriale che poté espletare solo a partire dal 1832, dedicandosi sino ad allora alla sola attività di libraio, e come lui i tipografi Dato, Gaudiano e Gagliano, Muratori e Pedone, Solli (TUMINO, 2004TUMINO, Raffaele. Pedone Lauriel Giovanni. In: CHIOSSO, Giorgio (a cura di). TESEO. Tipografi e editori scolastico-educativi dell’Ottocento. Milano: Editrice Bibliografica , 2004, ad vocem.) e Abbate (TODARO, 2004TODARO, Letterio. Abbate Francesco. In: CHIOSSO, Giorgio (a cura di). TESEO. Tipografi e editori scolastico-educativi dell’Ottocento. Milano: Editrice Bibliografica , 2004, ad vocem.); quest’ultimo, seppe trarre profitto dall’attività di libraio, ristampando in proprio fortunate edizioni espressamente dirette al consumo scolastico, mentre il Nobolo (TUMINO, 2004TUMINO, Raffaele. Dato Lorenzo, In: CHIOSSO, Giorgio (a cura di). TESEO. Tipografi e editori scolastico-educativi dell’Ottocento. Milano: Editrice Bibliografica , 2004, ad vocem.), seppur libraio, seppe ricavarsi una nicchia nella stampa di testi di medicina e di igiene destinati al largo consumo.

Tra i tipografi che non svolsero anche l’attività libraia va segnalato il catanese Giuseppe Pastore, il quale trovò la sua principale fonte di guadagno nelle pubblicazioni per il clero e per le istituzioni scolastiche ad esso collegate (TUMINO, 2004TUMINO, Raffaele. Solli Filippo. In: CHIOSSO, Giorgio (a cura di). TESEO. Tipografi e editori scolastico-educativi dell’Ottocento. Milano: Editrice Bibliografica , 2004, ad vocem.). La restante produzione dei tipografi e/o editori censiti per l’area siciliana, risulta contrassegnata dal carattere eclettico, limitata soprattutto al contesto locale per tematiche e circolazione.

Conclusioni

Gli studi relativi all’editoria scolastico-educativa e alla manualistica scolastica, nel corso di questi ultimi anni, hanno registrato un notevole interesse da parte degli storici, soprattutto di quelli impegnati nell’ambito della storia dell’educazione. È stato, in proposito, opportunamente segnalato che quello intorno ai libri di testo e all’editoria scolastico-educativa è stato l’ambito in cui si è registrata la maggior crescita nel corso di questi ultimi venti anni (SANI, 2011SANI, Roberto. Sub specie educationis. Studi e ricerche su istruzione, istituzioni scolastiche e processi culturali e formativi nell’Italia contemporanea. Macerata: EUM , 2011. ).

Nel quadro più complessivo dell’indagine intorno alla realtà, alla produzione e alla circolazione editoriale, si è voluto offrire un primo sondaggio relativo al contesto del Regno di Napoli e del Regno delle Due Sicilie, attraverso l’individuaziine di alcune piste di lettura e di alcune ipotesi interpretative d’insieme che tengano in adeguato conto la riforma dell’istruzione attuata durante il Decennio Francese e consolidata negli anni della seconda Restaurazione.

Le analisi condotte sul versante istituzionale hanno consentito, da una parte, di individuare i testi e gli autori indicati dallo Stato allo scopo di uniformare metodi e contenuti dell’insegnamento; dall’altra, di delucidare la politica scolastica in merito alla produzione della manualistica dedicata alle scuole.

All’interno di questo contesto, sono state collocate le vicende della evoluzione del mercato tipografico-editoriale, in parte occupato dall’editoria di Stato e in parte da editori e tipografi privati. Le analisi, condotte su questo versante ricorrendo a fonti indirette a causa dell’indisponibilità di fonti di archivio, hanno restituito la geografia produttiva dell’editoria scolastica del Regno nel periodo considerato.

Si spera che, in futuro, la disponibilità di nuove ed inesplorate fonti primarie, quali ad esempio quelle conservate negli archivi scolastici, e di studi incentrati sulla dimensione locale (BARAUSSE, GHIZZONI, MEDA, 2018BARAUSSE, Alberto; GHIZZONI, Carla; MEDA, Juri. “Il campanile scolastico”. Revisiting the local dimension in historical-educational research. Rivista di storia dell’educazione, 2018, 5(1), pp. 7-14. ), possano restituire il quadro della effettiva circolazione della manualistica scolastica nelle scuole.

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  • TROMBETTA, Vincenzo. L'editoria a Napoli nel Decennio francese. Produzione libraria e stampa periodica tra Stato e imprenditoria privata (1806-1815). Milano: FrancoAngeli, 2011.
  • TUMINO, Raffaele. Dato Lorenzo, In: CHIOSSO, Giorgio (a cura di). TESEO. Tipografi e editori scolastico-educativi dell’Ottocento. Milano: Editrice Bibliografica , 2004, ad vocem
  • TUMINO, Raffaele. Gaudiano Michele e Gagliano Vincenzo, In: CHIOSSO, Giorgio (a cura di). TESEO. Tipografi e editori scolastico-educativi dell’Ottocento. Milano: Editrice Bibliografica , 2004, ad vocem
  • TUMINO, Raffaele. Muratori Antonio e Pedone Giovanni, In: CHIOSSO, Giorgio (a cura di). TESEO. Tipografi e editori scolastico-educativi dell’Ottocento. Milano: Editrice Bibliografica , 2004, ad vocem
  • TUMINO, Raffaele. Nobolo In: CHIOSSO, Giorgio (a cura di). TESEO. Tipografi e editori scolastico-educativi dell’Ottocento. Milano: Editrice Bibliografica , 2004, ad vocem
  • TUMINO, Raffaele. Pastore Francesco In: CHIOSSO, Giorgio (a cura di). TESEO. Tipografi e editori scolastico-educativi dell’Ottocento. Milano: Editrice Bibliografica , 2004, ad vocem
  • TUMINO, Raffaele. Pedone Lauriel Giovanni In: CHIOSSO, Giorgio (a cura di). TESEO. Tipografi e editori scolastico-educativi dell’Ottocento. Milano: Editrice Bibliografica , 2004, ad vocem
  • TUMINO, Raffaele. Solli Filippo In: CHIOSSO, Giorgio (a cura di). TESEO. Tipografi e editori scolastico-educativi dell’Ottocento. Milano: Editrice Bibliografica , 2004, ad vocem
  • VIOLA, Marianna. I libri di testo e la Pubblica Istruzione dal 1806 al 1825 nel Regno di Napoli. In: Atti dell’Accademia di Scienze Morali e politiche, vol. CIX, pp. 87-106, 1998.
  • ZAZO, Alfredo. Le riforme scolastiche di G. Murat. Rivista pedagogica, III, p. 227-235, 1924.
  • 1
    A seguito della legge istituente l’Università imperiale (1806), venne varato il decreto applicativo del 17 marzo 1808 che stabiliva il diploma di baccalauréat in lettere - conseguibile con un esame da sostenere ad “almeno sedici anni” e alla condizione “di rispondere a tutte le domande insegnate nelle classi superiori dei licei" - come titolo di accesso necessario per conseguire i successivi titoli di studio, licence e doctorat, nelle rispettive facoltà universitarie di: Lettere, Teologia, Scienze matematiche e fisiche, medicina.
  • 2
    Per un inquadramento storico delle politiche scolastiche nel Meridione durante l’Ottocento preunitario, in grado di fornire un approccio metodologicamente e criticamente rinnovato, si rimanda a M. LUPO (2005LUPO, Maurizio. Tra le provvide cure di Sua Maestà. Bologna: Il Mulino 2005.); R. SANI (2003SANI, Roberto. Sub specie educationis. Studi e ricerche su istruzione, istituzioni scolastiche e processi culturali e formativi nell’Italia contemporanea. Macerata: EUM , 2011. ), PALLADINO (2015PALLADINO, Florindo. Scuola e società nel Meridione preunitario. Istruzione secondaria e formazione delle élites dirigenti in Molise (1806-1848), Macerata: EUM , 2015. ).
  • 3
    Decreto 15 agosto 1806, in Collezione delle leggi, de’ decreti e di atti riguardanti la pubblica istruzione promulgati nel già Reame di Napoli dall’anno 1806 in poi (1861-1863), (d’ora in poi, CLDAPI).
  • 4
    Decreto 29 novembre 1811 in CLDAPI, 1861-1863, Vol. 1, pp. 230-238.
  • 5
    I tre gradi corrispondevano a quelli francesi, rispettivamente: baccalauréat, licence e doctorat.
  • 6
    Decreto 1 gennaio 1812 in CLDAPI, vol. 1, pp. 239-257.
  • 7
    Decreto 14 febbraio 1816, in CLDAPI, vol. 1, pp. 365-420; Gli Statuti furono organizzati sulla falsariga dei Regolamenti pei Licei, collegi e scuole secondarie varati dai Napoleonidi nel 1812.
  • 8
    Istruzione per gli ispettori generali della Pubblica Istruzione, in CLDAPI, vol. 1, pp. 361-364.
  • 9
    Per quanto riguarda la manualistica scolastica circolante in quel periodo non disponiamo di molti studi. Tra di essi si veda M. Viola (1998VIOLA, Marianna. I libri di testo e la Pubblica Istruzione dal 1806 al 1825 nel Regno di Napoli. In: Atti dell’Accademia di Scienze Morali e politiche, vol. CIX, pp. 87-106, 1998.).
  • 10
    Rapporto e progetto di legge fatto nel 1811 dalla Commissione straordinaria, in CLDAPI, 1861, vol. 1, pp. 92-93.
  • 11
    Decreto 14 febbraio 1816, in CLDAPI, vol. 1, pp. 365-420.
  • 12
    Lo studioso ha rilevato la presenza di 136 imprese tipografico-editoriali attive nella sola Napoli durante il Decennio, un comparto che si afferma tra i principali poli dell’editoria italiana, con le sue 1200 edizioni pubblicate tra il 1806 e il 1814.
  • 13
    Tra di essi Cicero, Marcus Tullius 1: M. Tullii Ciceronis Epistolae e libris Ad familiares, et Ad Atticum selectae accedunt; Phaedri Fabularum libri duo priores cum notis in usum scholarum Regni Neapolitani infimae latinitatis. Tomus primus , Neapoli : ex typis Angeli Trani, 1812; Phaedrus, Phaedri liberti augusti Fabularum Aesopiarum libri quinque accedunt illae a Gudio editae cum notis in usum scholarum Regni Neapolitani infimae latinitatis. Tomus tertius, Neapoli : ex typis Angeli Trani, 1812; Cornelius Nepos, Cornelii Nepotis Vitae excellentium imperatorum cum notis in usum scholarum Regni Neapolitani infimae latinitatis, Tomus secundus , Neapoli : ex typis Angeli Trani, 1812.
  • 14
    Reale Gennaro, TESEO, cit., ad vocem.
  • 15
    Seguindo a lei que institui a Université impériale (1806), foi aprovado o decreto de aplicação de 17 de março de 1808 que estabelecia o diploma de baccalauréat em letras - alcançável com um exame a ser realizado com “ao menos dezesseis anos” e na condição “de responder a todas as questões lecionadas nas classes superiores dos liceus” - como habilitação de entrada necessária para obter as habilitações subsequentes, licence e doctorat, nas respectivas faculdades universitárias de: Letras, Teologia, Ciências Matemáticas e Físicas, Medicina.
  • 16
    Para um quadro histórico das políticas escolares do Sul durante a pré-unificação do século XIX, capaz de proporcionar uma abordagem metodológica e criticamente renovada, ver M. LUPO (2005LUPO, Maurizio. Tra le provvide cure di Sua Maestà. Bologna: Il Mulino 2005.); R. SANI (2003SANI, Roberto. Istruzione e scuola nel Meridione dalla Restaurazione all’Unità. In: in H.A. Cavallera (a cura di). Marco Gatti e la riforma della scuola. Atti del Convegno internazionale di Manduria, 9-10 novembre 2000. Manduria-Bari-Roma: Piero Lacaita Editore, 2003, pp. 175-200.), PALLADINO (2015PALLADINO, Florindo. Scuola e società nel Meridione preunitario. Istruzione secondaria e formazione delle élites dirigenti in Molise (1806-1848), Macerata: EUM , 2015. ).
  • 17
    Decreto de 15 de agosto de 1806 , na Collezione delle leggi, de’ decreti e di atti riguardanti la pubblica istruzione promulgati nel già Reame di Napoli dall’anno 1806 in poi (1861-1863), (a partir de agora, CLDAPI) .
  • 18
    Decreto de 29 de novembro de 1811 em CLDAPI, 1861-1863, Vol. 1, pp. 230-238.
  • 19
    Os três graus correspondiam em francês, respectivamente a: baccalauréat, licence e doctorat.
  • 20
    Decreto 1 de janeiro de 1812 em CLDAPI, vol. 1, pág. 239-257.
  • 21
    Decreto de 14 de fevereiro de 1816, in CLDAPI, vol. 1, pág. 365-420; Os Estatutos foram organizados nos moldes dos Regulamentos para os liceus, colégios e escolas secundárias, lançados pelos Napoleão em 1812.
  • 22
    Instrução para Inspetores Gerais de Educação Pública, in CLDAPI, vol. 1, pág. 361-364.
  • 23
    Quanto aos manuais escolares que circulavam nesse período, não temos muitos estudos. Entre eles ver M. Viola (1998VIOLA, Marianna. I libri di testo e la Pubblica Istruzione dal 1806 al 1825 nel Regno di Napoli. In: Atti dell’Accademia di Scienze Morali e politiche, vol. CIX, pp. 87-106, 1998.).
  • 24
    Relatório e projeto de lei elaborado em 1811 pela Comissão Extraordinária, in CLDAPI, 1861, vol. 1, pág. 92-93.
  • 25
    Decreto 14 de fevereiro 1816, in CLDAPI, vol. 1, pág. 365-420.
  • 26
    O estudioso observou a presença de 136 gráficas atuantes somente em Nápoles durante a década, setor que se estabeleceu entre os principais polos da edição italiana, com suas 1200 edições publicadas entre 1806 e 1814.
  • 27
    Entre esses: Cicero, Marcus Tullius 1: M. Tullii Ciceronis Epistolae e libris Ad familiares, et Ad Atticum selectae accedunt; Phaedri Fabularum libri duo priores cum notis in usum scholarum Regni Neapolitani infimae latinitatis. Tomus primus, Neapoli: ex typis Angeli Trani, 1812; Phaedrus, Phaedri liberti augusti Fabularum Aesopiarum libri quinque accedunt illae a Gudio editae cum notis in usum scholarum Regni Neapolitani infimae latinitatis. Tomus tertius, Neapoli : ex typis Angeli Trani, 1812; Cornelius Nepos, Cornelii Nepotis Vitae excellentium imperatorum cum notis in usum scholarum Regni Neapolitani infimae latinitatis, Tomus secundus , Neapoli : ex typis Angeli Trani, 1812.
  • 28
    Reale Gennaro , TESEU, cit., Ad vocem

Edited by

Editora Responsável:

Terciane Ângela Luchese

Publication Dates

  • Publication in this collection
    12 May 2023
  • Date of issue
    2023

History

  • Received
    19 Sept 2022
  • Accepted
    24 Jan 2023
Associação Sul-Rio-Grandense de Pesquisadores em História da Educação UFRGS - Faculdade de Educação, Av. Paulo Gama, n. 110 | Sala 610, CEP: 90040-060 - Porto Alegre/RS, Tel.: (51) 33084160 - Santa Maria - RS - Brazil
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