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ANALISI TRADUTTIVA CON FOCUS SULLE STRATEGIE LESSICALI: LA TRADUZIONE ITALIANA DEI REALIA NELL’OPERA OS SERTÕES, DI EUCLIDES DA CUNHA

TRANSLATION ANALYSIS WITH FOCUS ON LEXICAL STRATEGIES: THE ITALIAN TRANSLATION OF REALIA IN THE OPERA OS SERTÕES, BY EUCLIDES DA CUNHA

Resumo

Nell’ambito delle scienze della traduzione i realia suscitano da tempo l’interesse degli studiosi, dal momento che sono vocaboli che non trovano un corrispondente in un’altra lingua a causa della loro specificità culturale. Questo è l’argomento del presente articolo: uno studio dei realia nell’opera Os Sertões, di Euclides da Cunha e della loro traduzione italiana, attraverso l’individuazione di una tassonomia per le parole culturospecifiche e l’identificazione delle tecniche di traduzione adottate nel testo italiano. È noto che Os Sertões, oltre a trattare un importante tema storico, è una delle opere più importanti della letteratura brasiliana ed è ricca di culturemi appartenenti alla specifica realtà geografica. L’analisi comparativa dei realia euclidiani trova appoggio negli studi traduttivi della linguistica dei corpora con il supporto degli strumenti del programma informatico WordSmith Tools, sia per la manipolazione del corpus, sia per l’individuazione, selezione, raccolta e catalogazione dei realia. Questo studio vuole evidenziare le molteplici possibilità che la pratica traduttiva può incontrare nella linguistica dei corpora favorendo non solo la creazione di repertori linguistici bilingui nella combinazione linguistica portoghese-italiano ma anche la diffusione letteraria di opere brasiliane.

Palavras-chave
Os Sertões ; realia ; portoghese; italiano; tecniche di traduzione

Abstract

In the field of translation sciences, realia have long aroused the interest of researchers, because there are words that don’t have correspondence in another culture because of their cultural specificity. This is the subject of this thesis: a study of the realia present in the portuguese book Os Sertões, by Euclides da Cunha and its italian translation, through the identification of a taxonomy for culture-specific words and the identification of the translation techniques adopted in the italian text. It is known that Os Sertões, in addition to dealing with an important historical theme, represents the maximum expression brazilian literature and is also a lexically rich work in the profusion of cultural words belonging to the specific brazilian reality. The comparative analysis of euclidian realia finds support in the translation studies of Corpus Linguistics with the support of the software WordSmith Tools, both for the manipulation of the corpus and for the identification, selection, collection and classification of realia. This study aims to raise the enormous possibilities that translation practice can encounter in Corpus Linguistics by favoring not only the creation of bilingual linguistic repertoires in the portuguese-italian linguistic combination but also the literary dissemination of brazilian literature.

Keywords
Os Sertões ; realia ; portuguese; italian; translation techniques

Introduzione

Questo articolo è il risultato di uno studio sulla gestione dei realia1 1 «“Realia” come aggettivo sostantivo, significa “le cose reali”, e nel suo significato originario indica le cose concrete in contrapposizione alle parole astratte. In traduttologia, però, “realia” significa non oggetti ma parole, ossia le parole che denotano cose materiali culturospecifiche.» (Osimo, 2004, p. 63). nella traduzione del testo premodernista Os Sertões (1902) di Euclides da Cunha (1866-1909), nella sua versione italiana intitolata Brasile ignoto, l’assedio di Canudos, di Cornelio Bisello (1953).

Os Sertões, opera letteraria di grande importanza per la storia della letteratura brasiliana, si inserisce nel momento storico che segna il passaggio dal Simbolismo al Modernismo, un periodo ancora distinto dalla presenza dei residui culturali dell’Ottocento. Il testo è caratterizzato da uno stile che è stato nominato da alcuni studiosi come “barocco scientifico” a causa del suo linguaggio altamente elaborato e allo stesso tempo, è un’opera che inaugura una letteratura premodernista che espone la realtà brasiliana senza quelle caratteristiche idealizzanti tipiche del Romanticismo novecentesco.

Tenendo conto del fatto che l’attenzione per il contesto culturale nei fenomeni traduttivi e le problematiche che tale contesto solleva è tema di attualità nel mondo della traduzione, la testimonianza di Euclides da CunhaCunha, Euclides da. Os Sertões. Mogul Classics, 2015 [1902]. sulla realtà politico-economico-sociale del Brasile, e in particolare della zona nord orientale del paese, è stata costruita anche attraverso l’introduzione di un “nuovo” lessico destinato a rivelare alcune tradizioni regionali. L’opera euclidiana aveva come obiettivo principale comprendere e narrare la tragica guerra di Canudos, avvenuta fra il 1896 e il 1897, e per fare ciò era necessario non soltanto descrivere gli avvenimenti riguardanti il conflitto ma anche ritrarre la società dove hanno avuto luogo gli scontri tra l’esercito brasiliano e i sertanejos. Nato dagli appunti e dalle osservazioni dello scrittore durante la sua incursione nell’entroterra dello Stato di Bahia, Os Sertões è diventata un’opera di enorme valore letterario. Il giornalista e ingegnere divenuto anche un “ingegnere delle parole” (Ventura, 1997Ventura, Roberto. “Um artífice da linguagem. Augusto e Haroldo de Campos estudam a poética de ‘Os Sertões’, de Euclides”. Especial para a folha. Folha de São Paulo. 1997. Disponibile in: https://www1.folha.uol.com.br/fsp/mais/fs170823.htm. Accesso il: 10 feb. 2023.
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), attraverso un metodo di scrittura unico per l’epoca, ha non solo riempito il suo testo di termini appartenenti all’ambito militare, ma ha anche profuso in Os Sertões un lessico capace di fotografare le specificità della fauna e della flora, della geologia, dei costumi e della lingua dell’uomo sertanejo, rivelando quelle tradizioni regionali caratteristiche del Brasile come, ad esempio, il samba, il baião, la vaquejada e la arribada, ma anche una tradizione culinaria evidenziata nel testo con vocaboli come umbuzada e bró.

Le parole appena elencate per nominare queste tradizioni sono termini culturali strettamente legati ad una cultura specifica, in questo caso, quella brasiliana, e sono portatori di un insieme di significati culturali assenti nelle altre culture. Oltre a un linguaggio artistico e creativo corrispondente alla prosa dell’epoca, oltre al gusto dell’autore nelle terminologie settoriali e nelle descrizioni, Os Sertões è densamente ricco di espressioni popolari tipiche dell’uomo del sertão e ha un lessico appartenente ad una realtà specifica, in un luogo specifico, ad elementi della vita quotidiana e della cultura di un popolo preciso in un paese preciso. L’autore presenta nella sua opera l’entroterra brasiliano, con le sue caatingas e la sua flora stupenda fatta di ipueiras, mandacarus e xiquexiques; dall’ umbuzeiro, “albero sacro del sertão” (Cunha, 1902Cunha, Euclides da, Os Sertões (1902). Traduzione it. Brasile ignoto: l‘assedio di Canudos, di Cornelio Bisello. Milano: Sperling & Kupfer, 1953., p. 42) e dagli straordinari melocactus cabeças-de-frade.

Considerando pertanto l’interesse di uno studio dell’opera dal punto di vista traduttivo, si è realizzata l’analisi comparativa dei realia nel testo originale portoghese e nella traduzione italiana attraverso l’adozione di un metodo di ricerca di tipo esplorativo-quantitativo-interpretativo volto a individuare le strategie di traduzione adottate nel testo italiano. L’approccio teorico ha avuto come riferimento, da un lato, gli studi sul concetto di realia e le tassonomie individuate per la loro classificazione, e dall’altro, lo studio delle tecniche di traduzione individuate dagli studiosi Vinay & Darbelnet (1958)Vinay, Jean Paul & Darbelnet, Jean. Stylistique comparée du français et de l’anglais. Paris: Didier, 1958., Vlahov & Florin (2019)Vlahov, Sergej & Florin, Sider. La traduzione dei realia: Saggio sulla resa delle parole culturospecifiche. Traduzione di Bruno Osimo. Milano: Bruno Osimo, 2019., Peter Newmark (1992)Newmark, Peter. Manual de Traducción. Madrid: Cátedra, 1992. e Francis Aubert (1998)Aubert, Francis Henrik. “Modalidades de Tradução: teoria e resultados”. TradTerm, 5(1), p. 99-128, 1998. DOI: https://doi.org/10.11606/issn.2317-9511.tradterm.1998.49775
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.

Il trattamento degli elementi culturali nella traduzione

Proprio in virtù della loro forte componente socio-culturale, i realia euclidiani presenti in Os Sertões vengono definiti come lessico culturalmente marcato poiché racchiudono in sé informazioni sulle tradizioni dei parlanti e la loro visione del mondo; fotografano la realtà – dal punto di vista geografico, culturale, sociale, politico, economico e ideologico – del luogo o della comunità in cui essi sono in uso. Sono vocaboli portatori di ciò che gli studiosi bulgari Sergej Vlahov & Sider Florin hanno definito “colorito locale o nazionale e storico” (Vlahov & Florin, 2019Vlahov, Sergej & Florin, Sider. La traduzione dei realia: Saggio sulla resa delle parole culturospecifiche. Traduzione di Bruno Osimo. Milano: Bruno Osimo, 2019., p. 3).

Sin dagli albori della traduttologia come scienza, il problema della traduzione degli elementi culturali è stato definito come segue:

[…] una delle difficoltà per eccellenza del tradurre, ovvero la capacità di far passare il messaggio contenuto in un testo in modo che i lettori della cultura di arrivo non avessero problemi di comprensione perché il testo era stato riformulato in modo da venire completamente incontro a loro.

(Rega, 2010Rega, Lorenza. ““Realia” e didattica della traduzione”. Arts Archivio della ricerca di Trieste. 2010. Disponibile in: https://arts.units.it/handle/11368/2299819#.YDfkOnnSK70. Accesso il: 4 mar. 2023.
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).

Il tema è stato affrontato da diversi studiosi nell’ambito degli studi traduttologici e non solo perché il lessico indica il patrimonio culturale di una comunità ed è portatore di valori ad essa intrinseci, ma anche perché i realia possono rappresentare un problema al momento di renderli in un’altra cultura attraverso la traduzione. Lo studioso che diede inizio allo studio della traduzione di questi termini fu Eugene Nida, traduttologo americano esperto nella traduzione dei testi sacri nel mondo cristiano. Nel suo articolo Linguistics and Ethnology in Translation Problems, del 1945, Nida afferma che i problemi da affrontare nella traduzione sono fondamentalmente “problems of equivalence” (Nida, 1945Nida, Eugene. “Linguistics and Ethnology in Translation-Problems”. Word, 1, p. 194-208, 1945. DOI: https://doi.org/10.1080/00437956.1945.11659254
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, p. 196) e che gli stessi possono essere meglio fronteggiati attraverso una catalogazione delle unità lessicali portatrici di valori culturali. Effettivamente, “le differenze presenti tra le culture fanno sì che intere categorie di oggetti o fenomeni possano esistere in una cultura e mancare in un’altra.” (Osimo, 2019Osimo, Bruno. Traduzione della cultura, Problemi traduttivi in relazione alle differenze culturali. Milano: Bruno Osimo, 2019., p. 4). Corrisponde dunque a Nida una prima classificazione delle parole portatrici di valore culturale. A questo proposito, lo studioso elabora una tassonomia che comprende cinque ambiti distinti: ecologia, cultura materiale, cultura sociale, cultura religiosa e cultura linguistica in uno approccio di tipo sociolinguistico orientato verso l’aspetto culturale.

Lo studio degli elementi culturali strettamente legati ad una determinata cultura e rivelatori di ricchezza culturale sono stati definiti da Vlahov & Florin come realia. Secondo questi studiosi,

[…] le parole (e le locuzioni composte) della lingua popolare che costituiscono denominazioni di oggetti, concetti, fenomeni tipici di un ambiente geografico, di una cultura, della vita materiale o di peculiarità storico-sociali di un popolo, di una nazione, di un paese, di una tribù, e che quindi sono portatrici di un colorito nazionale, locale o storico; queste parole non hanno corrispondenze precise in altre lingue.

(Vlahov & Florin, 1969Vlahov, Sergej & Florin, Sider. La traduzione dei realia: Saggio sulla resa delle parole culturospecifiche. Traduzione di Bruno Osimo. Milano: Bruno Osimo, 2019., p. 438 apud Osimo, 2004Osimo, Bruno. Manuale del traduttore: Guida pratica con glossario. Milano: Hoepli, 2004., p. 64).

Ed è appunto a causa della loro specificità che queste parole, dal punto di vista traduttivo, possono non trovare un vocabolo corrispondente nella lingua della cultura ricevente. Calasans afferma, ad esempio, che il termine jagunço ha guadagnato enorme popolarità verso la fine del XIX secolo a causa della guerra di Canudos (Calasans, 1970Calasans, José. “Os jagunços de Canudos”. Caravelle. Cahiers du monde hispanique et luso-brésilien, 15, p. 31-38, 1970. DOI: https://doi.org/10.3406/carav.1970.1772
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, p. 31). Siccome nel corso della guerra la sua apparizione era divenuto molto frequente sulla stampa, finì per acquisire un’importanza straordinaria diventando così popolare e facilmente individuabile dal lettore brasiliano. Analogamente, termini come candomblé ou caatinga rappresentano per il lettore brasiliano una realtà del tutto conosciuta e non comportano lo stesso grado di difficoltà di comprensione che comporterebbero al lettore della traduzione nella cultura ricevente.

In ambito traduttivo, gli studi di Vlahov & Florin hanno identificato una prima difficoltà nella resa dei realia caratterizzata dall’ “assenza di parole corrispondenti nella cultura ricevente (equivalenti, analoghi) a causa della mancanza dell’oggetto designato dai realia (referente) nella cultura ricevente” (Vlahov & Florin, 2019Vlahov, Sergej & Florin, Sider. La traduzione dei realia: Saggio sulla resa delle parole culturospecifiche. Traduzione di Bruno Osimo. Milano: Bruno Osimo, 2019., p. 1). Un secondo grado di difficoltà sta nella “necessità di comunicare oltre il significato oggettuale (semantico) dei realia, anche il colorito (connotazione), la loro sfumatura nazionale e storica.” (Vlahov & Florin, 2019Vlahov, Sergej & Florin, Sider. La traduzione dei realia: Saggio sulla resa delle parole culturospecifiche. Traduzione di Bruno Osimo. Milano: Bruno Osimo, 2019., p. 2).

Quindi per affrontare il problema della resa e il senso dei realia nella traduzione, oltre alle strategie di traduzione individuate dagli stessi studiosi, essi hanno anche elaborato una tassonomia dei realia suddividendoli in tre grandi categorie che a loro volta vengono suddivisi in sottocategorie: 1) realia geografici, con le sottocategorie elementi della geografia fisica, elementi della meteorologia e elementi della biologia; 2) realia etnografici, con le sottocategorie elementi della vita quotidiana, elementi del mondo del lavoro, dell’arte, della religione, della moda, delle misure e monete; 3) realia politici e sociali, sottocategorie entità amministrative territoriali, organismi e istituzione, vita sociale e militare.

Un altro studioso che ha affrontato il tema della traduzione dei realia è stato il britannico Peter Newmark. Nel suo noto manuale A Textbook of Translation, Newmark (1992)Newmark, Peter. Manual de Traducción. Madrid: Cátedra, 1992. ha affrontato il tema della traduzione di parole culturali “straniere” adattando le idee di Nida ed elaborando una tassonomia che raccoglie gli elementi culturali in categorie, e che è molto simile alla proposta sviluppata da Vlahov & Florin. Sono cinque le categorie culturali da lui individuate: 1) Ecologia (flora, fauna, venti, pianure, coline); 2) Cultura materiale: a) cibo e bevanda, b) vestiario, c) case e città, d) trasporto; 3) Cultura sociale (lavoro e piacere); 4) Organizzazioni, costumi, attività, procedure e concetti: a) politici e amministrativi, b) religiosi, c) artistici; 5) Gesti e abitudini. L’innovazione presente nella tassonomia per le parole culturali da Newmark proposta sta nell’introduzione della categoria “gesti e abitudini” che riguarda quei gesti che nonostante possano sembrare universali, come il gesto di alzare il pollice su, in realtà non lo sono.

Le strategie di traduzione

L’approccio teorico di base nell’analisi delle strategie lessicali utilizzata nella traduzione italiana dei realia dell’opera Os Sertões ha preso in esame non solo il trattamento dato alle parole culturali negli studi traduttologici ma anche alcune delle teorie sui realia formulate da studiosi che hanno affrontato il tema e che hanno fornito anche una categorizzazione delle strategie di traduzione.

Nella traduzione “è importante che la somma di tutte le informazioni, esplicite e implicite, contenute in ognuna delle unità del TP [testo di partenza] siamo ricodificate nel TA [testo di arrivo] e siano in grado di suscitare una risposta analoga da parte dei destinatari.” (Salmon, 2017Salmon, Laura, Teoria della traduzione, Milano: FrancoAngeli, 2017., p. 212). Stando alla studiosa Laura Salmon,

[…] Gli artifici formali del TP impongono al traduttore vincoli strutturali che richiedono l’applicazione di tecniche di traduzione, grazie alle quali al TA vengano trasferite sia le informazioni invarianti, sia quelle innescate dalle varianti formali del TP (linguistiche, stilistiche, associative, metaforiche ecc.)

(Salmon, 2017Salmon, Laura, Teoria della traduzione, Milano: FrancoAngeli, 2017., p. 212).

Esiste dunque un numero significativo di procedure che possono essere utilizzate per rendere la traduzione di un testo ampiamente fedele, e altrettanto numerosi sono gli studiosi che hanno affrontato questo argomento in modi e tempi diversi. I primi studi traduttivi concernenti le tecniche di traduzione sono stati condotti dagli studiosi canadesi Vinay & Darbelnet nel celebre Stylistique Comparée du Français et de l’anglais, del 1958, uno dei testi più celebri nell’ambito della traduttologia. Infatti, è in questa opera che gli studiosi hanno individuato una tassonomia classica delle procedure di traduzione volta ad agevolare il lavoro del traduttore. In particolare, i due studiosi rilevano due direzioni verso le quali il traduttore può orientarsi: la prima è la traduzione diretta, approccio orientato al testo o segmenti di un testo quando è presente un parallelismo strutturale e metalinguistico. Si tratta di prestito linguistico “la più semplice di tutte le procedure di traduzione.” (Vinay & Darbelnet, 1958Vinay, Jean Paul & Darbelnet, Jean. Stylistique comparée du français et de l’anglais. Paris: Didier, 1958., p. 47), calco e traduzione letterale; il secondo è la traduzione obliqua, che si ha quando non esiste un parallelismo strutturale ma vengono imposti degli interventi più consistenti di ordine linguistico (lessicale o sintattico) o culturale. Questo metodo può essere utilizzato quando la lingua di arrivo presenta dei vuoti che devono essere completati con elementi che permettano di trasmettere lo stesso significato e produrre lo stesso impatto che il messaggio presente nel TP. I metodi di traduzione obliqua sono classificati in trasposizione, modulazione, equivalenza e adattamento.

Vlahov & Florin si sono dedicati particolarmente ai metodi di resa per le parole culturospecifiche individuandone due: la trascrizione – “trasferimento meccanico dei realia della cultura emittente a quella ricevente” (Vlahov & Florin, 2019Vlahov, Sergej & Florin, Sider. La traduzione dei realia: Saggio sulla resa delle parole culturospecifiche. Traduzione di Bruno Osimo. Milano: Bruno Osimo, 2019., p. 12) e la traduzione – metodo che “cerca quanto più possibile di fare proprio l’altrui.” (Vlahov & Florin, 2019Vlahov, Sergej & Florin, Sider. La traduzione dei realia: Saggio sulla resa delle parole culturospecifiche. Traduzione di Bruno Osimo. Milano: Bruno Osimo, 2019., p. 11). Tra le procedure utilizzate nella traduzione dei realia, gli studiosi indicano, la creazione di un neologismo, come quella più adatta perché considerato il miglior metodo “per conservare il contenuto e il colorito dei realia tradotti” (Vlahov & Florin, 2019Vlahov, Sergej & Florin, Sider. La traduzione dei realia: Saggio sulla resa delle parole culturospecifiche. Traduzione di Bruno Osimo. Milano: Bruno Osimo, 2019., p. 13). Al neologismo corrisponde pertanto la creazione del calco linguistico, del semicalco, dell’appropriazione e del neologismo semantico. Stando agli studiosi, la traduzione approssimativa invece, è composta da: 1) sostituzione generalizzante, quando si sostituisce il realia specifico con uno più generico; 2) analogo funzionale, metodo che consente la traduzione dei realia con qualcosa che si conosce; 3) descrizione, o spiegazione o interpretazione, quando si cerca di spiegare il realia in modo semplice. L’ultimo procedimento di traduzione è la traduzione contestuale volta a indicare la corrispondenza che una parola può avere nel contesto in conttrapposizione a quelle fornite nel dizionario. Il risultato di questa scelta sarà sempre un sostituto privo del colore dell’originale.

Già lo studioso britannico Peter Newmark risale a Vinay & Darbelnet ed è per questa ragione che alcune strategie da lui individuate si ripetono o vengono denominate diversamente pur mantenendo la stessa finalità. In effetti, il metodo elaborato da Peter Newmark nel suo studio A Textbook of Translation descrive innanzitutto la distinzione tra metodi e procedure di traduzione: metodo di traduzione riguarda particolarmente quelle tecniche applicate all’intero testo, mentre le procedure di traduzione sono le strategie da utilizzare su piccole unità linguistiche, come locuzioni o frasi (Newmark, 1992Newmark, Peter. Manual de Traducción. Madrid: Cátedra, 1992., p. 117). La sua proposta ha voluto indicare come avvicinare la traduzione al testo originale attraverso una scala che va dalla traduzione parola per parola, metodo che rispetta l’ordine della frase, fino all’adattamento, la più “libera” forma di traduzione (Newmark, 1992Newmark, Peter. Manual de Traducción. Madrid: Cátedra, 1992., p. 71). Le procedure di traduzione da lui individuate sono: 1) Naturalizzazione, 2) Equivalente funzionale, 3) Equivalente descrittivo, 4) Sinonimia, 5) Traduzione riconosciuta, 6) Etichetta traduttiva, 7) Compensazione, 8) Analisi Componenziale, 9) Riduzione ed espansione, 10) Parafrasi, 11) Binomi e trinomi traduttivi, e 12) Note, informazioni integrative/alternative. Newmark aggiunge alla sua proposta ulteriori metodi di traduzione quali: traduzione di servizio, traduzione di poesia in prosa piatta, traduzione-informazione, traduzione cognitiva e traduzione accademica.

Lo studioso norvegese-brasiliano Francis Henrik Aubert ha proposto invece una riformulazione delle procedure tecniche di traduzione attraverso una revisione del modello franco-canadese volta a generare dati quantitativi per il trattamento statistico delle traduzioni nella LA (lingua di arrivo). Questa nuova prospettiva veniva incontro pertanto alle esigenze dell’analisi di un corpus linguistico “con possibilità di analisi quantitativa” (Aubert, 1998Aubert, Francis Henrik. “Modalidades de Tradução: teoria e resultados”. TradTerm, 5(1), p. 99-128, 1998. DOI: https://doi.org/10.11606/issn.2317-9511.tradterm.1998.49775
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, p. 99). A partire da questo nuovo approccio, le modalità di traduzione proposte sarebbero state in grado di colmare i vuoti lasciati dal modello di Vinay & Darbelnet, per quanto riguarda l’analisi di corpus linguistico. La classificazione proposta da Aubert per queste modalità di traduzione si dividono in due categorie: cinque modalità di traduzione diretta: trascrizione, prestito, calco, traduzione letterale, trasposizione; cinque modalità di traduzione indiretta: esplicitazione, condensazione, modulazione, adattamento e traduzione intersemiotica. Aubert aggiunge inoltre ulteriori modalità che vengono nominate: aggiunta, correzione, omissione ed errore.

Corpus di studio e procedure metodologiche per la selezione e classificazione dei realia in Os Sertões

Il corpus di studio nell’ambito di questa ricerca è stato costituito dal testo originale di Os Sertões di Euclides da Cunha, scritto in lingua portoghese e dalla sua traduzione italiana intitolata Brasile ignoto, l’assedio di Canudos, di Cornelio Bisello.

Considerando che la struttura del corpus che sta alla base della ricerca attende ai quattro criteri stabiliti da Tony Berber Sardinha (2004, p. 19)Sardinha, Tony Berber, Linguística de corpus, Barueri: Manole, 2004. per la formazione di un corpus informatizzato – 1) testi autentici e formati da un linguaggio naturale; 2) testi scritti dai parlanti madrelingua; 3) contenuto scelto in modo accurato; 4) il corpus rappresentativo – e prendendo atto soprattutto del volume di dati da analizzare, questo studio non poteva fare a meno dell’ausilio di uno strumento informatico per la raccolta e l’analisi dei testi in formato elettronico. È noto che la principale fonte di dati nella Linguistica dei corpora è rappresentata dai corpora testuali in formato computerizzato e che, negli ultimi tempi, la tecnologia informatica ha avuto un ruolo fondamentale nella loro creazione e nel loro uso, rafforzando in questo senso lo stretto legame della linguistica dei corpora e l’uso del computer.

Pertanto, i passi preliminari per la rilevazione ed elaborazione dei dati hanno previsto, innanzitutto, la necessità dell’assistenza di un programma informatico che disponesse di strumenti adeguati ed efficienti per la realizzazione della selezione, estrazione e confronto dei dati. Tra i programmi esistenti che offrono supporto alla Linguistica dei corpora, WordSmith Tools – programma informatico sviluppato dal linguista britannico Mike Scott dell’Università di Liverpool – si contraddistingue per la sua capacità di rispondere alle esigenze sopraindicate e per la sua capacità di analizzare grandi volumi di dati, come è il caso del corpus del presente studio. Ma questo contrasto si dà anche per la grande possibilità di interazione tra l’utente e il programma attraverso i tre strumenti informatici di base del programma, vale a dire, Wordlist, Concord e Keywords.

Le procedure metodologiche adottate trovano appoggio negli studi realizzati da Tony Berber Sardinha per lo studio del corpus attraverso l’utilizzo di WordSmith Tools, “uno dei pacchetti più versatili […] e largamente usato in studi scientifici” (Efrati, 2008Efrati, Valentina. “Breve guida all’uso di alcuni software perl’analisi testuale ed il trattamento automatico del linguaggio (TAL)”. Dipartimento di Linguistica, Univerità Roma Tre, 2008., p. 14), e la rilevazione di dati specifici. Invece la raccolta e organizzazione del lessico, sempre con ausilio di WordSmith Tools, ha avuto come punto di riferimento gli studi sulle parole culturali realizzati da Nascimento (2018)Nascimento, Geovanio Silva do. O Sertão traduzido: estudo dos marcadores culturais do domínio ecológico na tradução de Os Sertões para a língua espanhola. 2018. Tesi (Laurea Magistrale in Studi Linguistici). UEFS Biblioteca Digitale Tesi di Laurea, 2018. Disponibile in: http://tede2.uefs.br:8080/handle/tede/697. Accesso il: 4 mar. 2023.
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e segue la metodologia da lui descritta. Il carattere interdisciplinare si evidenzia in questa fase dei lavori attraverso il dialogo diretto tra l’informatica, la linguistica dei corpora, le scienze della traduzione, la letteratura e gli studi del lessico.

Per quanto riguarda la preparazione del corpus si è reso necessario, in primo luogo di convertire il TP e il TA dal formato .pdf al formato .txt, passaggio obbligatorio per poter introdurre l’intero corpus nel programma. Preparati i testi nel formato compatibile con il programma WordSmith Tools si è potuto quindi produrre le due liste di parole: una per il TP e l’altra per il TA. Una volta create le liste, si è proceduto all’identificazione, nella WordList del TP, dei vocaboli possibili candidati a realia secondo la tassonomia delle parole culturali individuate da Vlahov e Florin. Tuttavia, per ragioni di tempistica e spazio e in considerazione delle dimensioni dei testi oggetto dello studio, si è reso necessario delimitare la selezione dei realia del TP, limitando la raccolta ai soli realia appartenenti alla geografia, sottocategoria elementi della geografia fisica e elementi della biologia (fauna e flora); e quelli etnografici, sottocategoria elementi della vita quotidiana presenti nei primi due capitoli dell’originale portoghese.

Il passo successivo alla creazione delle liste di parole è stato l’accertamento di ognuno dei candidati a realia in contesto nel TP attraverso lo strumento Concord di WordSmith Tools. In effetti, una volta ottenuta una lista di parole si può utilizzarla per accedere alle concordanze relative ad ogni singola voce. Ciò è importante perché nel testo euclidiano è presente un grande numero di realia utilizzati per nominare la toponimia, come ad esempio, i termini favela o juazeiro. Entrambi i vocaboli possono fare riferimento sia a piante caratteristiche, sia alla toponimia della regione del nordest brasiliano, in entrambi i casi sono comunque dei realia.

Questo passaggio è stato utile anche ai fini del conteggio delle parole nel rispetto della esplorazione quantitativa di rilevazione della frequenza dei realia nel TP, come parte della proposta di questo studio.

La lista di parole del TP è stata realizzata consultandole definizioni delle parole selezionate, nei dizionari e vocabolari specifici, per poi concludere con il confronto dei realia del TP con i realia nel TA attraverso l’allineamento dei testi, facilitato dalla funzione Aligner di WordSmith Tools.

Dal confronto dei realia nel TP – le righe nere della Figura 1 – con la sua traduzione nel TA –, le righe blu nella Figura 1 – si è potuto identificare la traduzione in contesto e individuare la modalità di traduzione adottata nel testo italiano. Si può osservare nelle righe 3 (I) indicate con le frecce rosse il realia “caatingas” e la sua traduzione italiana, che in questo caso, prende forma di prestito linguistico.

Figura 1
Interfaccia di Aligner con l’allineamento del TP e del TA

Il risultato di questa procedura è stato predisposto, in un primo momento, in due liste figuranti le parole culturali separate per categorie in base alla tassonomia bulgara. Una volta ottenute le due liste definitive, i realia in esse presenti sono stati organizzati successivamente in schede lessicografiche organizzate in ordine alfabetico e adattate all’oggetto dello studio (Figura 2) contenenti le seguenti informazioni: definizione del realia nel TP e nel TA, tassonomia, esempio del realia in contesto sia nel TP, sia il suo corrispondente nel TA, e la/le modalità di traduzione individuata per ogni realia. L’elaborazione delle schede trova appoggio nel modello sviluppato da Nascimento (2018)Nascimento, Geovanio Silva do. O Sertão traduzido: estudo dos marcadores culturais do domínio ecológico na tradução de Os Sertões para a língua espanhola. 2018. Tesi (Laurea Magistrale in Studi Linguistici). UEFS Biblioteca Digitale Tesi di Laurea, 2018. Disponibile in: http://tede2.uefs.br:8080/handle/tede/697. Accesso il: 4 mar. 2023.
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e presenta nel suo complesso l’analisi comparativa dal portoghese all’italiano nella traduzione dei realia in Os Sertões.

Merita segnalare che all’epoca della traduzione italiana di Os Sertões, le tecniche di traduzioni di Vinay & Darbelnet, precursori di questi studi, non erano ancora state teorizzate. Questo ci induce a pensare che l’autore non abbia fatto fede a delle tecniche specifiche di traduzione, ma che abbia esaminato i vocaboli in portoghese per renderli nel meglio della sua lingua. Inoltre, ci sono molti realia brasiliani quali favela, sertão e caatinga che ai giorni d’oggi si trovano nei vocabolari italiani, ma che probabilmente non si trovavano ai tempi in cui Os Sertões è stato tradotto.

Figura 2
Scheda di presentazione del realia

Risultato della ricerca

Dai risultati è emerso un numero di 84 realia, estratti dai primi due capitoli di Os Sertões e che sono stati distribuiti in 68 schede. Come risulta dal Grafico 1, la sottocategoria flora è quella che ha registrato un maggior numero di vocaboli nel TP rispetto alle altre categorie classificate, ma è anche quella che ha registrato una maggiore frequenza (Grafico 2) in relazione ai termini culturospecifici catalogati.

Grafico 1
Totale dei realia per ambito di appartenenza nel TP
Grafico 2
Frequenza dei realia nel testo sorgente

Questi dati numerici permettono di realizzare un’analisi quantitativo-interpretativo attraverso la correlazione tra i dati numerici riconducibili ai realia e i fatti geografici ed etnografici correlati al tema dell’opera stessa. Dai dati numerici si è riscontrata, ad esempio, un’elevata ricorrenza per i realia di tipo geografico “geografia fisica” e “flora” (Tabella 1) rispetto alla categoria “fauna” e “vita quotidiana”.

Tabella 1
Riassunto della frequenza dei realia nel testo sorgente

Si è registrato inoltre un numero impressionante di presenza del vocabolo sertão e la sua forma flessionata al plurale rispetto agli altri realia appartenenti alla geografia fisica (Grafico 3).

Grafico 3
Frequenza dei realia di tipo geografico nel TP

Una possibile interpretazione riguardante questi numeri trova riscontro nel contenuto stesso dei primi capitoli dell’opera, in cui l’autore prepara il lettore ad entrare nello scenario della guerra, descritto soltanto nel terzo capitolo. È importante sottolineare che l’opera euclidiana è stata concepita sotto l’influenza dei postulati teorici scientifici della fine Ottocento, come quello del rigido schema determinista di Hippolyte Taine2 2 Metodo secondo il quale la comprensione dell’uomo è valutata alla luce di tre fattori determinanti: ambiente, razza e momento storico. . Os Sertões parte pertanto da una proposta connessa all’ideologia determinista in cui l’autore esaminerà per primo, il conflitto alla luce di fattori come l’ambiente in cui si verificano i combattimenti; di seguito, analizza la composizione genetica cha ha formato l’uomo che ospita il territorio; e per ultimo, il momento storico in cui i fatti avvengono. Lo studio euclidiano considera dunque tre aspetti: rilevamento geografico e geologico della regione, aspetti antropologici e sociologici dell’uomo sertanejo e guerra. Ecco perché la necessità di utilizzare un vocabolario altamente settoriale nella descrizione dell’ambiente.

Il primo capitolo, A terra, è interamente dedicato ad una minuziosa descrizione del territorio partendo dalla sua formazione geologica fino alla costituzione di una flora circostante. Nell’illustrare il territorio che diventerà palcoscenico del sanguinoso conflitto, il vocabolo che dà titolo all’opera ha registrato la più alta frequenza, soprattutto considerata l’esigenza dell’autore di descrivere l’aspetto paesaggistico che domina il semiarido nordestino del Brasile.

Così come avviene per la frequenza di sertão, i realia correlati alla flora hanno un’alta frequenza: 61 parole che appaiono 132 volte all’interno dei primi due capitoli. Anche in questo caso l’alta frequenza delle parole corrispondenti alla categoria flora riflette la meticolosità dell’autore nel descrivere le caratteristiche della flora sertaneja. Inoltre, con riguardo particolarmente a caatinga - realia geografico, sottocategoria flora - il suo alto indice di frequenza (Tabella 2) può essere spiegato dal fatto che si tratta di un bioma esclusivamente brasiliano caratteristico del sertão. Per la sua caratteristica di vegetazione di tipo desertico e presente nella parte interna del nordest del Brasile, divenne elemento essenziale nella descrizione paesaggistica del territorio così come avviene per il vocabolo sertão nell’ambito della descrizione della geografica fisica.

Tabella 2
Occorrenze dei realia: FLORA

Tutti questi fattori possono spiegare il motivo per il quale la presenza dei realia della geografia fisica e della flora siano quelli più frequenti in assoluto nei primi due capitoli di Os Sertões.

In merito alle tecniche di traduzione, dall’indagine effettuata è emersa una tendenza predominante per la tecnica del prestito linguistico e una seconda tendenza per la tecnica del calco linguistico nel riguardo dei realia catalogati (Grafico 4 e 5).

Grafico 4
Frequenza delle modalità di traduzione
Grafico 5
Percentuale delle modalità di traduzione nel TA

Una possibile spiegazione per l’elevata frequenza della tecnica del prestito linguistico in Brasile ignoto, l’assedio di Canudos può essere fornita dalla definizione stessa di realia elaborata dagli studiosi Vlahov e Florin, come termini che non trovano un vocabolo corrispondente nella lingua della cultura ricevente. Oltretutto, questa affermazione unita all’elevato grado di occorrenze per i prestiti linguistici trova riscontro in Nida, secondo cui la traduzione non è soltanto come un’operazione linguistica di passaggio da una lingua ad un’altra, ma come un processo fra culture.

Fermo restando ciò, si rileva un uso della tecnica della naturalizzazione pari al 12% dei casi, elemento che può essere interpretato come uno sforzo del traduttore di avvicinare il più possibile i realia nella lingua della cultura di arrivo dal punto di vista fonetico: ne sono esempi evidenti come favelas, reso in italiano con due “l” (“favella”), e canguçu e paçoca, entrambi resi con due “s” (“cangussu” e “passoca”, adattamento morfologico). È importante segnalare però, che il vocabolo “favella” esiste in italiano ed ha un significato del tutto distinto del realia brasiliano. In effetti, stando alla definizione del Grande Dizionario della Lingua Italiana, “favella” significa: «facoltà di esprimersi e di comunicare con gli altri per mezzo di parole.» (Battaglia, 1968Battaglia, Salvatore. Grande Dizionario della Lingua Italiana. Torino: Unione Tipografico-Editrice Torinese, 1968., p. 742). Si potrebbe pensare, pertanto, nel caso della resa italiana in Brasile ignoto, l’assedio di Canudos ad una traduzione fuorviante o addirittura un errore di traduzione.

Il traduttore Cornelio Bisello, in alcuni casi, ha anche sostituito alcuni termini con altri ampiamente più generici attraverso la tecnica della sostituzione generalizzante. È il caso del vocabolo sertão. Per rendere il più fedele possibile il contenuto del TP o, per così dire, mantenere la “dignità primitiva” (Nergaard, 1993Nergaard, Siri (a cura di). La Teoria della Traduzione nella Storia. Milano: Bompiani, 1993., p. 80) del testo originale, le soluzioni traduttive per sertão/sertões sono state non una o due, ma diverse. Questo fattore ci ha permesso di confermare le riflessioni di Vlahov & Florin nel riguardo di ciò che viene considerato “intraducibile (in un’ottica dizionariale)” (Vlahov & Florin, 2019Vlahov, Sergej & Florin, Sider. La traduzione dei realia: Saggio sulla resa delle parole culturospecifiche. Traduzione di Bruno Osimo. Milano: Bruno Osimo, 2019., p. 1) a causa dell’assenza di corrispondente nella cultura ricevente. E forse è questa la ragione per la quale il traduttore del testo italiano ha individuato un rilevante numero di termini distinti per rendere sempre lo stesso vocabolo.

Conclusioni

Da questo studio sono emerse le molteplici strade che la linguistica dei corpora, unita all’uso dei mezzi informatici, può fornire alla traduttologia e allo studio delle lingue. Si è altresì potuto confermare che l’informatica, dal canto suo, può essere un valido supporto per garantire funzionalità tecnologica agli studi – eminentemente nel caso di corpora o volumi di grandi dimensione. Da ciò si evince anche l’importanza dell’interdisciplinarità tra studi linguistici (e lessicografici), traduttologici, letterari e informatici.

Questo studio ha anche permesso di ottenere dati quantitativi concreti attraverso la correlazione tra i dati numerici riconducibili ai realia e gli elementi geografici ed etnografici correlati al tema dell’opera, rivelando un numero importante di parole culturospecifiche capaci di fotografare le specificità della fauna e della flora, della geologia, dei costumi, della culinaria e della lingua dell’uomo sertanejo. I risultati finali hanno mostrato che più del 50% dei realia presenti nei primi due capitoli del testo euclidiano è stato reso in italiano attraverso il metodo di traduzione diretta del prestito linguistico, a conferma del fatto che non sempre è possibile rendere il più fedele possibile il contenuto del testo originale soprattutto quando si tratta di termini culturospecifici. L’uso dei prestiti ha confermato pertanto desideri o la volontà dell’autore della traduzione italiana di non addomesticare l’opera eliminando quell’ “aroma di altruità” (Vlahov & Florin, 2019Vlahov, Sergej & Florin, Sider. La traduzione dei realia: Saggio sulla resa delle parole culturospecifiche. Traduzione di Bruno Osimo. Milano: Bruno Osimo, 2019., p. 3) caratteristico dei realia in ogni cultura.

Bisogna sottolineato, infine, che il presente lavoro si inserisce nel filone degli studi sulla traduzione delle parole culturospecifiche nell’ambito della letteratura brasiliana e, in particolare, nell’ambito della letteratura regionalista: il contributo nella promozione e nella divulgazione della lingua portoghese anche nell’ambito degli studi traduttivi è infatti rilevante e offre la possibilità di creare veri e propri repertori linguistici, nonché glossari bilingue, nella combinazione portoghese-italiano.

  • 1
    «“Realia” come aggettivo sostantivo, significa “le cose reali”, e nel suo significato originario indica le cose concrete in contrapposizione alle parole astratte. In traduttologia, però, “realia” significa non oggetti ma parole, ossia le parole che denotano cose materiali culturospecifiche.» (Osimo, 2004Osimo, Bruno. Manuale del traduttore: Guida pratica con glossario. Milano: Hoepli, 2004., p. 63).
  • 2
    Metodo secondo il quale la comprensione dell’uomo è valutata alla luce di tre fattori determinanti: ambiente, razza e momento storico.

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Datas de Publicação

  • Publicação nesta coleção
    31 Jul 2023
  • Data do Fascículo
    2023

Histórico

  • Recebido
    29 Ago 2022
  • Aceito
    17 Jan 2023
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